Lello, suicida a 12 anni dopo l'omicidio Kennedy
«Un bambino caduto sotto emozioni più grandi di lui» titolò il Giornale di Brescia per raccontare quella tragedia che aveva commosso l’intera città. La drammatica storia di uno studente di seconda media, morto nel segno del suo mito: il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, ucciso una settimana prima.
Raffaele Pagano aveva dodicici anni quel pomeriggio del 28 novembre 1963 quando decise di morire usando la pistola che il padre conservava in un cassetto. Esplose tre colpi per interrompere la sua giovane vita. Lello, così lo chiamavano in famiglia, scelse una panchina dei giardini di Viale Rebuffone, a pochi passi dalla casa che condivideva con i genitori e i quattro fratelli in via XXV aprile, per farla finita. E raggiungere il suo eroe. «Vado in cielo a trovare Kennedy» scrisse su un biglietto ritrovato nella tasca del suo giubbotto. Sei parole, testamento di un bambino che sognava di correre avventure da cow-boy, in perfetto stile americano «Ne ha scritti tanti in questi giorni di biglietti su Kennedy» raccontò il padre di Raffaele, che in quei drammatici giorni di fine novembre tentò in tutti i modi di ribellarsi all’amara realtà. A quel gesto tragico, assurdo e inspiegabile del suo bambino. Morto a dodici anni «per unirsi a Kennedy».
Andrea Cittadini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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