Legge concorrenza, ambulanti bresciani «furenti» per le parole di Mattarella

La Federazione italiana venditori ambulanti: «Non si capisce perché con le concessioni dovremmo ricominciare da capo»
AMBULANTI DIFENDONO LE CONCESSIONI
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«Siamo furenti»: esordisce così Raffaele Cirillo, presidente della Federazione italiana venditori ambulanti di Brescia, dopo le dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, promulgando la legge per la concorrenza del 2022, ha inviato ai presidenti delle Camere La Russa e Fontana e alla presidente del Consiglio Meloni una lettera di osservazioni sull’articolo 11 sottolineando «i profili di contrasto con il diritto europeo» e rilevando come siano «indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento».

I rilievi di Mattarella si riferiscono al rispetto della direttiva Bolkestein già richiamata dal Capo dello Stato a proposito delle concessioni per gli ambulanti. Il Ddl concorrenza introduce la concessione di 12 anni per le licenze in essere e di 10 per le nuove, interrompendo quel tira e molla di accordi e revisioni cominciato con l’introduzione della direttiva europea e continuato con i bandi per l’assegnazione (approvati, rinviati o mai stilati) dei Comuni. E c’è da sottolineare che il 97% dei Comuni del Bresciano si era adeguato.

«Ritengo doveroso - scrive il Capo dello Stato - richiamare l’attenzione del Governo e del Parlamento sull’articolo 11 della legge, in materia di assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, che, oltre a disciplinare le modalità di rilascio delle nuove concessioni, introduce l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo, in modo che appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi».

Da Fiva non ci stanno: «L’intesa, trovata in sede di conferenza Stato Regioni, risale al 2010 e soddisfava le nostre richieste; non si capisce perché si deve ricominciare tutto da capo - aggiunge Cirillo -, noi siamo disposti a collaborare, ma dobbiamo sottolineare che nel decreto la parola "proroga" non c’è, è una concessione stabilita con il Ministero». E aggiunge: «Ci batteremo con le unghie e i denti».

La categoria sta vivendo un momento non facile. Una crisi figlia di quella generale, ma anche di un lavoro difficile che tanto è cambiato. A livello nazionale si registrano negli ultimi anni circa 32mila cessate attività. «Nel Bresciano - dice Cirillo - gli ambulanti sono circa 3mila e ogni mercato ha perso tra le 6 e le 10 concessioni. Sono pochissimi gli ambulanti che sono riusciti ad affittare o vendere la licenza, la maggior parte le ha depositate». Il timore è che chi sta pensando di lasciare, dopo il richiamo del presidente della Repubblica, prenda la decisione definitiva per paura. «Battaglieremo - conclude Cirillo -. Siamo a manifestazioni anche se la nostra linea è quella del dialogo».

Anche il movimento Dea Leonina non è d’accordo con le dichiarazioni di Mattarella: «Queste proroghe - dice Andrea Coccoli - sono il male minore, danno la possibilità di far chiarezza e sistemare un comparto che ha bisogno di essere riqualificato, di norme certe. C’è bisogno di un progetto concreto e di allontanare lo spettro delle aste». 

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