Lega Nord, le primarie a Salvini: nel Bresciano sfonda il 90%

Battuto lo sfidante Fava, per il segretario è il secondo mandato. Umberto Bossi minaccia la scissione
Matteo Salvini © Ansa
Matteo Salvini © Ansa
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Matteo Salvini ha conquistato il secondo mandato da segretario federale della Lega Nord con la stessa percentuale di tre anni e mezzo fa contro Umberto Bossi: ha vinto le primarie con l'82,7% dei voti dei militanti, battendo nettamente lo sfidante Gianni Fava.

Il leader leghista ha indicato subito il prossimo obiettivo, senza ancora sciogliere il nodo delle alleanze: «Mandare a casa Renzi, Alfano, Boschi e Boldrini, bloccare l'invasione clandestina in corso, rilanciare lavoro e speranza in Italia». Ma la prima grana da risolvere, ce l'ha in casa.

Proprio Bossi, andando a votare nel seggio di via Bellerio per Fava, ha infatti sostenuto che la vittoria di Salvini «è la fine della Lega», perché ne snatura la vocazione nordista.

 

Nel Bresciano sono stati 770 i leghisti militanti che si sono recati nelle tre sedi territoriali del Carroccio in provincia (Brescia, Desenzano e Palazzolo) per votare alle primarie del partito.

Con seggi aperti dalle 9 alle 18, i militanti bresciani hanno votato in massa per il segretario uscente Matteo Salvini che ha totalizzato oltre il 90% delle preferenze (90,6% per l’esattezza). Una percentuale superiore alla media nazionale. Solo una cinquantina i voti a favore del candidato in opposizione Fava.

Per il segretario provinciale della Lega Nord Paolo Formentini «si tratta di una risultato inequivocabile e un messaggio forte pro Salvini». E dei malumori di Bossi e del rischio di scissione? «La linea stabilita da Salvini è stata votata a larga maggioranza in un congresso democratico. Chi dissente dalla linea dovrebbe adeguarsi e seguire le indicazioni».

Ma certo che se a farlo è il fondatore del Movimento poi divenuto partito qualche problema lo pone anche ai militanti.

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