L'edicolante che resiste: «Volevo vendere, poi ho deciso di non mollare»

«Volevo vendere, ma poi ho cambiato idea, finché resisto vado avanti, senza la mia edicola mi annoierei sicuramente». Amelia Inselvini gestisce l’edicola nella centralissima via Roma a Roncadelle dal febbraio 2000, prima ad aiutarla c’era il marito Rinaldo ora può contare per le emergenze sul figlio Marco. Prima di loro alla guida dell’edicola c’era la famiglia Cristini, quelli erano certo altri anni, la domenica mattina in concomitanza dell’uscita dalle messe era impossibile entrare.
Ma pur nelle immaginabili difficoltà di questo tempo, non è certo il caso di lasciarsi prendere dalla nostalgia, anzi. Amelia è ogni giorno saldamente dietro il bancone della storica edicola, del resto rimasta l’unica in paese (oltre al punto vendita al Conad del centro Rondinelle); la sua è ancora un’edicola «classica» che regge gli urti del mercato. «Faccio giusto le ricariche telefoniche - racconta -, ma se dicessi quanto mi resta di guadagno verrebbe da ridere. Lo faccio solo perché è un servizio in più per i miei clienti».
Gestire l’edicola non è certo un impegno da poco, sia chiaro, ma Amelia non si spaventa. La precisione fino al centesimo è la sua forza, nulla le sfugge, tutto è registrato e documentato. «Nel 2022 ho venduto 86.652 quotidiani - spiega mentre sfoglia le pagine del suo quadernetto/registro -, una media quindi di 240 giornali al giorno, con il Giornale di Brescia che fa la parte del leone con 160/180 copie quotidiane». E l’idea di vendere? «Per ora è accantonata - conclude -, ho pensato che posso andare avanti ancora un po’ di anni. Posso dire con una punta di orgoglio che l’edicola tradizionale, se ben curata e gestita, può resistere. Se poi arriveranno proposte interessanti le valuterò».
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