Le zucche vuote e i limoni marci

Erano rimaste solo le piante di pomodoro, ormai tristemente rinsecchite, a popolare la mia ortaglia. Da tempo mi ero ripromesso di sradicarle e metterle nel bidone del verde, ma le incombenze della vita mi assillano con pervicacia. Rimanda oggi, rimanda domani, fortunatamente è scesa in campo mia nonna a sistemare il tutto. Una così attiva collaboratrice novantatreenne è per me stimolo a guardare al futuro con fiducia.
Dei modesti fasti estivi del mio orto rimangono ora tre zucche, toniche e dalla carnagione arancione vivace. Saranno finalmente anche gradevoli al palato? Per le otto raccolte in precedenza la risposta è sempre stata no. O meglio, la predetta genitrice di mia madre così ha sentenziato. Quella con le zucche è, per ora, una sfida persa. Quando sono pronte? Quando possono diventare l’ingrediente principale di un egregio passato?
Da uomo che vive con pienezza nel suo tempo ho consultato la rete alla ricerca di risposte. Ho trovato spunti a cui ispirarmi, ma sopratutto ho scoperto (mi scuso per non averlo fatto prima) che su internet la gente chiede qualsiasi cosa, ricevendo qualsiasi risposta. Un quesito mi ha particolarmente intrigato: il limone ha la buccia marcia o sembra ammuffito, chiede un utente incerto, cosa faccio? Entusiasmante la risposta: se il limone ha la buccia marcia è meglio non consumarlo, poiché potrebbe essere contaminato o (tenetevi forte) in cattive condizioni. Non è finita: se la buccia è chiaramente marcia, e il limone è visibilmente deformato, è meglio scartarlo per evitare rischi per la salute. E così si torna a discutere di zucche. Vuote.
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