Le sardine tornano in piazza Vittoria, ma chiedono 7.500 euro

Il flash mob-performance sarà alle 18 di sabato 25. Ladu: «Non attribuiteci etichette che non abbiamo»
Una fotografia del debutto delle sardine nel capoluogo, il 7 dicembre scorso - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una fotografia del debutto delle sardine nel capoluogo, il 7 dicembre scorso - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Mancano 7 giorni e l’obiettivo (quello economico) sembra apparentemente essere ancora lontano. Nessuno è preoccupato, però, perché - si sa - è quando il tempo stringe che arrivano i risultati che segnano la differenza. A riprova basti pensare che, in meno di 48 ore, il «contatore virtuale dei fondi» ha realizzato un attivo di circa ben 500 euro: figuriamoci in dodici giorni.

Anche a Brescia le sardine si riorganizzano per tornare a fare sentire la propria voce, sempre in piazza Vittoria, alle 18 di sabato 25 gennaio. E per abbandonare il mare aperto, e radunarsi nuovamente, hanno scelto pure nel capoluogo la formula del finanziamento collettivo: sulla piattaforma Eppela, l’obiettivo del crowdfunding in corso è raggiungere i 7.500 euro (sinora ne sono stati raccolti 1.805) per un flash mob.

Una novità, quella della caccia ai fondi, che ha fatto storcere il naso non solo a più di qualche simpatizzante, ma anche a qualche gruppo della provincia. Scelta che gli organizzatori cittadini, per voce di Marco Ladu, spiegano però punto per punto. «Durante la manifestazione di dicembre avevamo promesso che ci saremmo rivisti presto ed eccoci qua: le promesse le rispettiamo...» conferma il referente, che non vuole definirsi parte di un «movimento» (perché - assicura - «non siamo strutturati»), bensì di un fenomeno sociale. Da quando i flash mob hanno un costo? Da quando - chiarisce Ladu - «li si vuole riempire con un contenuto. Perché rivedersi in piazza e basta non avrebbe avuto alcun senso». E il «senso» di radunarsi il 25 gennaio è ben delineato: «L’occasione è onorare la giornata della Memoria mettendo in scena appunto una performance: questo ha dei costi che vanno coperti».

L’elenco delle spese è chiaro: impianto audio («a dicembre in molti ci hanno detto che non si sentiva nulla») e video, i materiali, le certificazioni, le strutture, il palco. «Eventuali fondi eccedenti saranno donati alla Casa della Memoria, che aderisce al flash mob e che li destinerà a un progetto didattico nelle scuole. Tutto sarà trasparente e rendicontato sulla piattaforma virtuale» assicura il portavoce. 

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