Le donne dell'estate, «cercatele nel sole»

Gli uomini sono strani. Dopo aver causato inarrestabili modificazioni del clima e fatto impazzire le stagioni, non smettono di considerare il ferragosto come lo zenit dell’estate. Questa festa, che solo idealmente segna la fine della canicola, si innerva nell’antica tradizione pagana legata alla ritualità dei cicli dell’agricoltura e continua ad essere santificata dalla Cristianità che ricorda il dogma di fede dell’Assunzione al cielo della Vergine Maria.
Oggi, esprimo un pensiero leggero che richiama alla mente il calore benefico del sole, il mare, gli aromi del bosco ed i sapori dei frutti elargiti a piene mani della natura . L’immagine perfetta dell’estate ha preso forma nella mia mente dopo la lettura della poesia di Elena Alberti Nulli, dove nell’armonia delle sue parole ho trovato l’essenza che unisce le donne con incorporei legami di «sorellanza». Sono certa che altre donne troveranno gradevole una similitudine Arcimboldesca, dove la forza feconda della natura sembra confondersi con la bellezza generatrice femminile: «Cercatele nei frutti, le donne dell’estate, innamorate seducenti belle, il riso delle angurie sulla bocca, la seta delle pesche sulla pelle...».
Le antiche credenze dicono che nel mese di agosto il ciclo della luna, che si compie con la sua rotazione in 28 giorni, possa essere equiparato al ciclo fecondo delle giovani donne. Complice il sole o forse la luna, a volte le preoccupazioni quotidiane si dipanano e il futuro sembra essere ancora possibile. Così, le spose che nella calda estate avranno accolto il seme, in primavera sbocceranno come i fiori sull’albero di melo e daranno vita al loro frutto.
Per questo prendo ancora a prestito le belle parole della stessa poesia per dire agli uomini: ... «Cercatele nel sole, le donne dell’estate, vestite col respiro dei giardini, con due gerani rossi: gli infradito, con due ciliegie appese: gli orecchini...». Alle donne invece dico: scegliete un modo solare per rendervi visibili al mondo, aprite la finestra dei sentimenti dentro il giardino del cuore, non all’interno del cavedio scuro della solitudine. La soddisfazione di «non assomigliare più a nessuno», di essere uniche agli occhi di chi rende moderno il Simposio di Platone, ricongiungendosi alla sua mezza mela, porterà alla felicità esclusiva di ritornare parte intera della propria anima.
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