Le cooperative sfidano la crisi, sono meno ma fatturano di più

Il sistema ha chiuso il 2015 con 16.744 dipendenti e un fatturato consolidato oltre i 2,5 miliardi di euro
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La cooperazione bresciana è solida ed è riuscita a sfruttare il periodo di crisi per riorganizzarsi, uscendone irrobustita. È quanto emerge dal quinto rapporto sulla cooperazione relativo al quadriennio 2012-2015, realizzato dall'Osservatorio dell'economia sociale e appena presentato in Camera di Commercio. Le cooperative bresciane si sono ridotte nei numeri del 10%, passando da 671 a 603, ma il settore è dinamico (si è perso il 24%, ma si è guadagnato il 14%). 

In netto calo le coop attive nei settori delle costruzioni e dei trasporti, mentre si rafforzano quelle che offrono servizi. Aumentano inoltre le realtà che fanno capo a stranieri, il 13% del totale, ma non è l'unica particolarità bresciana. Le cooperative guidate da donne sono il 17%, mentre solo il 6% fanno capo ad un giovane under 35. 

Scorrendo i dati economici e di bilancio del settore spicca in questi 4 anni l'aumento della produttività e della patrimonializzazione delle cooperative bresciane. Mille in più anche gli occupati di cui 800 nel settore sociale. Ogni euro investito nel lavoro ha prodotto 1,17 euro di valore aggiunto. Un dato particolarmente importante in questo periodo storico.

Se il settore dei servizi si riconferma quello con le maggiori prospettive di sviluppo, sembra soffrire maggiormente quello agricolo. Ma la vera sfida, secondo quanto emerso a margine della presentazione dei dati, sarà quella di promuovere la cultura cooperativa anche nei settori produttivi più tradizionali. Chi ha già provato a unire le forze ha ottenuto risultati incoraggianti. Esempi virtuosi sono quelli della cooperativa dei farmacisti o di quella dei tabaccai.

 

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