Le canzonette via col vento

Ma quelle giacche? Perché certo ognuno ha i suoi gusti, e per carità non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, e aggiungiamo che un giorno fa caldo e uno fa freddo e quindi non sai più come vestirti, ma le giacche di Amadeus? Ok l’estro, la creatività, l’originalità, ma perché fino a questo punto? Un po’ come Orietta Berti, va bene che finchéla barca va lasciala andare, e chiaramente io sono quello di io, tu e le rose, ma suvvia.
Che poi ormai non parliamo di fiori, li dai a lei, poi però anche a lui, a tutti, a tutte e a tutt*.
Ma alla fine questo siamo, noi siamo come Sanremo, un polpettone nazionalpopolare che schifiamo mentre ce ne abbuffiamo.
E così mentre mezzi addormentati ascoltiamo l’ennesima ramanzina, vorremmo essere su una terrazza romana con vista Colosseo e trasformarci in Gep Gambardella, perché siamo tutti sull’orlo della disperazione, ma possiamo spaparanzarci qualche ora sul divano senza sentirci in colpa?
E anche Fiorello, sembra di essere alla Roncola d’Oro negli anni Novanta. E lascia stare che lui è sul palco di Sanremo e tu sei rimasto a Roncadelle, per una settimana siamo tutti in preda alla commentite compulsiva, tutti a dare buoni consigli senza aver mai dato il cattivo esempio. Il su e giù dei dati d’ascolto ci appassiona più del saliscendi del nostro conto corrente. Poi cala il sipario e tanti saluti e baci.
Un tempo tutti a canticchiare le canzonette e oggi? Chi ha vinto l’anno scorso? Boh, come un Rhett Butler qualsiasi francamente me ne infischio. Perché Sanremo è Sanremo.
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