L'arte si fa piastrella negli angoli di Brescia

Sparse negli anfratti della nostra città ci sono piccole «perle» d'arte che si offrono improvvisamente agli occhi di chi passeggia ignaro. Angoli scrostati che la «street art» - quella vera - fregia di una bellezza volatile ma tutt'altro che effimera.
Altro che pastrocchi e scrittacce da vandali del sabato sera. Da qualche tempo il Carmine - con appendici anche in Castello, in via Gallo e al Freccia Rossa - è il museo urbano che ospita le installazioni a cielo aperto di R.a.b., 30enne street artist di casa nostra ma che, come spesso capita, è meglio noto nel resto d'Italia e Oltreoceano, da Buonos Aires alla Grande Mela.
È sua l'idea, messa in pratica a partire da questa estate, di appiccicare sparse per la città alcune piastrelle in ceramica multicolore, decorate con le bombolette spray e utilizzando stencil con le immagini più fantasiose.
La prima è il frutto di un avanzo della cucina nuova di casa, le altre sono arrivate di seguito da amici piastrellisti o da altri avanzi di cantieri casalinghi. R.a.b. «adotta» le ceramiche orfane e ridà loro vita attraverso il progetto «Till Walled in Bs».
«Volevo fare qualcosa di diverso - spiega R.a.b., che intende mantenere la sua identità rigorosamente segreta - e dimostrare allo stesso tempo che la street art non ha nulla a che vedere col vandalismo e con le parolacce scritte sui muri. Le mie piastrelle poggiano su angoli nascosti della città, aperte alla vista e pure alle intemperie. Mi piace che si rovinino, che cambino col tempo che passa. E mi piace che nascano da materiale di scarto, riutilizzato e trasformato».
In tutto, per ora, ci sono una dozzina di piastrelle sparse per il centro, qualcuna è stata asportata, chissà da un collezionista entusiasta, e il loro «papà» ne ha puntualmente registrato data di nascita e di scomparsa. Un'altra è stata rotta, forse per sbaglio, forse perché qualcuno non ha capito l'intento e il valore della decorazione.
R.a.b. non è nuovo a esperienze di questo tipo. Il suo esordio è nel 2005 con gli ormai celebri adesivi e, di seguito, con i poster. Ve li ricordate i coniglietti neri con quelle facce un po' così sparsi qui e là, anche allora, per la città?
Nel 2006, visto il successo ottenuto con il «tappezzamento» adesivo, decide di produrre alcune magliette e felpe col logo. Le nota anche il cantante Caparezza che in alcuni concerti della turnée sale sul palco «marchiato» R.a.b.; gli adesivi, invece, dopo una mostra a Bilbao, trovano posto addirittura nel volume «Stickers: From Punk Rock to Contemporary Art» pubblicato dalla Universe negli States.
Poi arrivano gli inviti per esposizioni in Germania, a Buonos Aires e New York. Quanto all'Italia, si è chiusa nei giorni scorsi a Lecce, nell'ex Conservatorio Sant'Anna, la mostra tributo «Where is IDEENTITY ART: tribute to Jean-Michel Basquiat», cui R.a.b. ha partecipato insieme a una trentina di artisti di fama nazionale e internazionale.
E a Brescia? «Ci sono degli appassionati - spiega - ma oltre ai writer non esiste una vera e propria scena. Si è mosso qualcosa, ci sono ragazzi che fanno adesivi, qualche poster, ma siamo molto indietro. Qualcuno ha deciso di emigrare altrove. Ancora non si è compresa la differenza fra chi sporca i muri e chi è interprete di una forma d'arte diversa, metropolitana, aperta. Il mio obiettivo è comunicare, riappropriarmi dello spazio pubblico, soprattutto delle aree dismesse, in disuso».
È questo che fanno le piastrelle colorate di R.a.b., che occhieggiano al passante dai muri screpolati.
Dove si trovano? Vi lasciamo il compito di cercarvele in giro per la città. Una caccia al tesoro fra il Carmine, via Moretto e Via Gallo. Gli indizi sono tutti nelle fotografie. Un modo come un altro per aprire gli occhi su ciò che di bello abbiamo intorno.
Ilaria Rossi
i.rossi@giornaledibrescia.it
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