L’Arma dei carabinieri mette sotto indagine la caserma di Chiari

C’è l’inchiesta penale che sta procedendo dopo i 14 arresti, anche per associazione di stampo mafioso, di una settimana fa e i tanti silenzi nel corso dei primi interrogatori. E poi c’è l’indagine interna all’Arma dei carabinieri che porterà a dei provvedimenti disciplinari. E a trasferimenti di uomini in divisa. Accertamenti negli accertamenti dell’inchiesta Scarface, condotta dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, che ha portato alla luce da una parte il presunto riciclaggio di denaro sporco attraverso il gioco del Lotto, e dall’altra i rapporti tra pubblici ufficiali e l’imprenditore con residenza ad Erbusco Francesco Mura proprietario di televisioni nel Cremonese, considerato vicino alla Ndrangheta e «a esponenti di spicco della ’ndrina Barbaro-Papalia».
Di biglietti offerti a pubblici ufficiali, in alcuni casi in cambio di favori, da Mura per le partire della Juventus e per la tappa milanese del tour della cantante Beyoncé, ne abbiamo scritto nei giorni scorsi. Ora l’attenzione si sposta sulla Caserma di Chiari, messa sotto la lente di ingrandimento dai vertici dell’Arma. Un carabiniere e l’ex comandante della Stradale di Chiari, entrambi accusati di corruzione, sono stati raggiunti dalla misura interdittiva della sospensione dell'esercizio di funzione di pubblico ufficiale emessa dal gip del tribunale di Brescia, ma ci sono militari non perseguibili penalmente, ma giudicabili sotto il profilo disciplinare. «La caserma era frequenta da Mura con inconsueta e anomala frequenza che certamente stride con al sua pregressa situazione penale per una sentenza definitiva di condanna per traffico di droga» si legge nelle 2082 pagine di informativa firmata dai carabinieri e che rappresenta la base dell’inchiesta e la ricostruzione alla quale si è affidato il magistrato per chiedere e ottenere gli arresti. Mura in caserma a Chiari era di fatto di casa, tanto da pranzare in mensa, da entrare e uscire con facilità accompagnando ufficiali e sottufficiali. «Trattenendosi anche per ore all’interno degli uffici» si legge agli atti dell’inchiesta.

«Visite che agli occhi di un osservatore distratto - scrivono i carabinieri - potevano sembrare senza valido motivo, ma dietro cui si insidiavano molteplici secondi fini». Condizionatori e favori. Per gli inquirenti: «L’imprenditore ha finanziato l’acquisto di due distinti condizionatori da installare negli uffici del nucleo operativo e radiomobile di Chiari» tanto che un ufficiale, che avrebbe usufruito di regali e attenzioni da parte di Mura, ad un suo sottoposto disse: «Ricordati che sei stai al fresco è grazie a quel ragazzo». É lo stesso ufficiale che per due volte tra il 13 e il 14 settembre 2016 interroga il sistema del ministero per capire con chi ha a che fare, «e indipendentemente dai trascorsi dell’imprenditore ha scelto ugualmente di proseguire la frequentazione». Tanto che, dopo aver accettato biglietti aerei e i posti per Byonce a San Siro, il 29 gennaio 2018 lo accompagna a Carmagnola, nel Torinese, per incontrare esponenti di Assocanapa perché Mura vuole aprire un’attività di produzione di canapa legale con l’intento, poi non portato a termine, di regalare delle quote societarie allo stesso ufficiale.
Chi ha firmato l’informativa scrive che emergono comportamenti di «asservimento» dei carabinieri di Chiari nei confronti dell’imprenditore. Come quando il 12 ottobre 2018 la moglie di Mura sbatte la porta di casa e se ne va e l’uomo delle tv chiama l’appuntato amico sul cellulare chiedendogli di ritrovarla. E il militare esegue aggiornandolo passo dopo passo. «Fatto inusuale - viene definito - per un privato cittadino». Per chi ha indagato, anche sugli stessi colleghi militari, Mura «ha coltivato dei contatti con infedeli servitori dello Stato al fine di ottenere protezione e informazioni utili alla sua causa e - si legge agli atti - sono queste relazioni a costituire uno dei fattori che rendono forti le associazioni criminali e che spiegano perché lo Stato non sia ancora riuscito a sconfiggerle».
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