L’archivio della Procura verrà trasferito in un capannone confiscato a Concesio

La struttura di San Vigilio era nelle mani della criminalità organizzata
Il Tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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L’iter burocratico - siamo in Italia e sarebbe stato strano il contrario - è stato decisamente lungo e complesso. Basti pensare che i magistrati titolari dell’inchiesta non sono più in Procura: Paolo Savio è all’antimafia a Roma e Antonio Chiappani è addirittura andato in pensione. Il risultato però è stato raggiunto.

Un capannone a San Vigilio di Concesio che i due pm avevano sequestrato nei primi anni Duemila alla criminalità organizzata nell’ambito di una maxi inchiesta sul narcotraffico tra Italia e Spagna diventerà il nuovo archivio della Procura e del tribunale.

I lavori inizieranno a breve e poi i 3300 metri quadri potranno ospitare migliaia di atti che saranno trasferiti dal Palagiustizia. Il capannone è diventato bene dello Stato e l’Agenzia del Demanio ha recentemente messo il punto sulla destinazione della struttura ora assegnato al tribunale e alla Procura di Brescia.

Ispezione ministeriale

Il tutto in attesa della relazione sull’ispezione ministeriale che si è completata nei giorni scorsi negli uffici della Procura e che ha certificato l’abbattimento dei fascicoli pendenti. Nel 2018, in occasione della precedente ispezione, erano circa 46mila le inchieste rimaste in arretrato. Oggi sono 18.044. Con un abbattimento che raggiunge quota 60%.

App e problemi

Il via libera al nuovo archivio di Procura e tribunale arriva in un momento in cui potrebbe diminuire drasticamente l’uso della carta nel processo penale. Dal primi gennaio entrerà in vigore infatti il processo telematico e la Procura di Brescia è tra le dodici in Italia (con Bari, Bologna, Genova, Lecce, Milano, Napoli, Novara, Roma, Perugia, Torino e Torre Annunziata), che oggi concluderà la sperimentazione iniziata il 30 ottobre.

Magistrati e il personale delle cancellerie dei pm hanno lavorato per 24 giorni sul nuovo sistema «App» - questo il nome - voluto dal ministro della Giustizia Nordio e introdotto in tutta fretta perché rientra tra le riforme per le quali entro il 31 dicembre il Governo dovrebbe incassare dall’Europa la nuova rata del Pnrr. La sperimentazione lampo sarebbe stata tutt’altro che un successo, a Brescia come nelle altre realtà coinvolte, tra problemi tecnici e carenze anche dal punto di vista burocratico con difficoltà nelle iscrizione del registro degli indagati, nel caricamento degli atti, ma anche nella registrazione di semplici notizie di reato. Ma anche per limitazioni all’accesso del sistema che limiterebbe l’operatività.

Aspetti che prima il personale amministrativo, nella giornata di mercoledì, e ieri i magistrati, hanno segnalato al Csm che poi dovrà relazione il Ministro della Giustizia Carlo Nordio per mettere mano ad un sistema che altrimenti rischia di mandare in tilt le Procure con l’inizio dell’anno. La nuova applicazione riunisce tre programmi: quello che attualmente utilizza la polizia giudiziaria per inviare le notizie di reato, quello che la Procura usa come registro generale per assegnare le indagini, e il terzo al quale fanno accesso gli avvocati per consultare gli atti.

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