L’architetto: «Ho fatto la grande villa, ma non per Putin»

Lanfranco Cirillo citato da Navalny, oppositore del presidente. «Ho portato in Russia il made in Italy»
La villa sarebbe stata arredata con mobili di ditte italiane - Foto Ansa © www.palace.navalny.com
La villa sarebbe stata arredata con mobili di ditte italiane - Foto Ansa © www.palace.navalny.com
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Il presidente Vladimir Putin? «Un uomo intelligente e curioso, non mi pare che la gestione del potere in Russia sia esercitata diversamente che in altri Paesi, anche occidentali». La lussuosa villa sul Mar Nero? «Confermo, l’ho progettata io e costruita con la mia impresa su commissione di un gruppo di oligarchi e non per Putin. Che poi il presidente ci abbia soggiornato può darsi. Io sono stato pagato dall’appaltatore».

Parla Lanfranco Cirillo, soprannominato l’«architetto di Putin», che l’oppositore del presidente russo, Aleksey Navalny, cita in una video inchiesta dal carcere relativa al palazzo di Gelendzhik. Secondo Navalny sarebbe proprietà di Putin, che per finanziarlo avrebbe distratto fondi statali destinati alla sanità. «Non ho mai visto il presidente nel palazzo e non credo alle accuse, se fosse così sarebbe scandaloso».

Cirillo, 61 anni, origini venete, da quarant’anni nel Bresciano, casa a Roncadelle, ha lavorato trent’anni in Russia. Dopo la scomparsa due anni fa per malattia dell’unica figlia, Elisabetta, ha chiuso l’attività di progettista e costruttore in quel Paese. Dove, comunque, ha ancora numerosi interessi, compresa l’attività di imprenditore vitivinicolo. «Mi vanto di quanto ho realizzato laggiù», afferma Cirillo. «La mia impresa aveva duemila dipendenti e per anni il suo fatturato era al quarto posto fra le aziende italiane operanti in Russia».

Nei primi anni Novanta era approdato a Mosca quasi per caso, come rappresentante di mobili. Poi è diventato l’architetto italiano preferito dagli oligarchi («Sono l’unico italiano iscritto all’Ordine professionale di Mosca»).

In questi giorni, dopo l’inchiesta di Navalny, la stampa russa, italiana e internazionale si è occupata di Cirillo. «Guardi, io ho semplicemente lavorato come un matto per portare il made in Italy in quel Paese, dove considerano l’Italia uno stile di vita da imitare». Durante i decenni di «attività ho coinvolto decine di aziende italiane, dall’industria del mobile a quella del marmo. Tante anche bresciane».

Nell’agosto del 2014 Vladimir Putin gli ha conferito la cittadinanza onoraria: «Un omaggio al ruolo avuto nel creare l’architettura italiana in Russia. Ho portato laggiù la nostra bellezza, facendo capire che una casa non deve solo ostentare ricchezza, ma essere di classe». Consegnava ville e palazzi chiavi in mano: «Gli inquilini dovevano solo portarsi vestiti e biancheria».

E la (presunta) reggia di Putin? «Un palazzo in stile neoclassico italiano, commissionatomi da un appaltatore. Anche l’anfiteatro è opera mia, il palazzetto per l’hockey, invece, è stato costruito dopo».

La stampa indipendente russa sostiene che sia stato ispirato da Villa Certosa, che avrebbe incantato il presidente Putin durante un soggiorno in Sardegna dall’amico Silvio Berlusconi. «Guardi, senza offesa per nessuno, Villa Certosa non c’entra nulla, non è nemmeno paragonabile».

Si dice che il palazzo sia costato 1,1 miliardi di euro. «A Mosca ci sono centinaia di ville degli oligarchi da 10mila mq con finiture pazzesche, anche da 15mila euro al mq. Alcune con marmi bresciani». «Dopo che ho lasciato Mosca molti miei allievi e collaboratori hanno aperto studi propri».

Cirillo afferma di avere chiuso con la vita passata. Ora vuole occuparsi di altro. Partecipa alle attività della Foundation Frederik Paulsen, «che finanzia ricerche scientifiche sul cambiamento climatico, in particolare lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico. Un problema sottovalutato».

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