L'altra pizzeria da Frank non si ferma: «Avrebbe voluto così»

I dipendenti del locale di San Polo: «Quello che è successo è assurdo, Frank non ha mai fatto male a nessuno»
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In mattinata, in Questura, è stato ascoltato nuovamente il figlio dei coniugi assassinati martedì all’interno della pizzeria da Frank.

Gli inquirenti vogliono capire quali fossero le condizioni e le abitudini di vita dei genitori. Da capire, poi, se all’interno della pizzeria teatro del duplice omicidio fosse in funzione la telecamera di sicurezza presente.

Nel frattempo la seconda attività dei coniugi Seramondi non si è fermata. «Abbiamo continuato a lavorare perché Vanna e Frank avrebbero voluto così», hanno affermato i dipendenti del secondo locale bresciano della coppia uccisa.

  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
  • L'altra pizzeria di Frank, a San Polo
    L'altra pizzeria di Frank, a San Polo

Nel quartiere San Polo sorge infatti l’altra pizzeria da asporto collegata ai coniugi uccisi. «Quello che è successo è assurdo, Frank non ha mai fatto male a nessuno», hanno commentato i dipendenti di origini pakistane presenti nel locale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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