Lago d'Iseo, la mucillagine regna e le reti sono vuote

Reti vuote e ancora poco lavoro per i pescatori del Sebino, sempre più preoccupati per l'andamento della stagione.
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Reti vuote e ancora poco lavoro per i pescatori del Sebino, sempre più preoccupati da una stagione che al momento non solo non decolla, ma non parte nemmeno.

Se infatti alla fine di giugno le reti vuote parevano un problema momentaneo, di quelli destinati a durare ancora qualche giorno come capita quasi tutti gli anni, adesso che si è superata la metà di luglio il ritardo sui tempi tradizionali si è fatto più preoccupante. Il motivo di tanti disagi? Molto probabilmente è da ricercare nel meteo bizzarro che ha contraddistinto la prima parte della stagione calda, che fino a oggi ha impedito all’acqua di scaldarsi. In più, a suonare come una beffa, giungono di continuo notizie dal Garda che descrivono la stagione dei cugini benacensi come particolarmente abbondante, con pescatori che non faticano a riempire ogni giorno «dalle dieci alle dodici cassette di coregoni, persici, scardole e lucci».

Il problema dell’Iseo sembra legato alla forte presenza nell’acqua di mucillagine: piccoli filamenti verdi che la riempiono nella parte superficiale almeno per qualche metro. Quindi? «Quindi questi filamenti si attaccano alle maglie delle reti e le sporcano a tal punto da trasformarle in sacchi - racconta il pescatore di professione iseano Marzio Danesi -. Conciate in questo modo diventano visibili ai pesci, che naturalmente riescono a evitarle facilmente.

All’appello al momento manca tutto. Non prendiamo i coregoni, ma nemmeno le scardole, le sardine e i persici. Quando portiamo a casa qualcosa è almeno il 50% in meno di quello a cui eravamo abituati a metà estate gli anni passati. Le uniche zone in cui si pesca senza problemi sono quelle in cui abbondano le piante acquatiche, perché queste filtrano l’acqua e la puliscono. È anche vero però che in quei posti si trovano quasi solo tinche, e contare solo su una pesca di quel tipo è impensabile».

Il motivo della fioritura tanto abbondante sarebbe quindi da ricercare nelle condizioni meteorologiche. «Avendo piovuto molto il lago ha ricevuto molta acqua dal fiume e dai torrenti - spiega il collega Natale Marini -. In questo modo l’ossigeno in abbondanza favorisce la fioritura di questa mucillagine. Perché sparisca c'è bisogno che l’acqua si scaldi. Basterebbe una settimana di sole degno di luglio, e il problema potrebbe essere risolto».

Flavio Archetti

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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