La storia di Paola: «Da settembre aspetto di essere operata»

A causa del taglio dei posti letto dovuto all'emergenza Covid, molti interventi sono stati rimandati senza una data precisa.
Ospedale e protezioni - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
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«I medici mi hanno spiegato che mi avrebbero asportato la tiroide per un nodulo con il 30% di probabilità di evolvere in carcinoma. Era aprile del 2021. Avrei dovuto essere operata massimo alla fine di settembre. Sono mesi che aspetto una telefonata. Sono in ansia ed ho paura». Lo racconta Paola, 54 anni, impiegata. Quello di Paola non è considerato un intervento urgente, ma mesi di attesa sono troppi, estenuanti, sfiancanti. Soprattutto se vissuti nell’incertezza di quello che potrebbe essere.

Carenza di personale

«I medici mi avevano detto che sarei stata operata entro tre mesi, ma così non è stato. Mi spiegano che c’è carenza di personale, mancano gli anestesisti - riferisce Paola - in questa lunga attesa continuo a lavorare cercando di dare il meglio, ma la notte è sempre più difficile dormire, sento una forte compressione alla gola, non so neppure se è causata dall’angoscia o dalla malattia. Ho chiamato il medico che mi segue ma non ha saputo darmi una data: provo un terribile senso di impotenza, a chi mi dovrei rivolgere? Se andassi in un altro ospedale dovrei ricominciare la trafila delle analisi e degli esami. E poi non voglio andare lontana da casa, è già così difficile così. Non è giusto. Non si possono lasciare le persone in queste condizioni, senza sapere come evolve la malattia».

Un'attesa senza fine

l medico di Paola: «Le persone in lista d’attesa ci chiamano in lacrime, non avere un orizzonte, una data su quando saranno sottoposti all’intervento è terribile, abbiamo centinaia di persone, per diverse patologie, in questa situazione. Il ritardo nelle operazioni dei pazienti con tumore è gravissimo ma in oncologia solo il 10-20% dei casi rientra nella definizione di emergenza. Tutti gli altri ne sono fuori. Lo diciamo da due anni, da quando i pazienti Covid hanno riempito i letti degli ospedali, ma nessuno ci ascolta». E lei: «A dicembre è squillato il mio cellulare ed ho visto dal numero che mi stava chiamando l’ospedale.

Ero agitata, ma ho risposto speranzosa. Invece, la segretaria del reparto mi ha detto che, purtroppo, c’è stato un taglio dei posti letto a causa del Covid, e che pure le Terapie intensive sono congestionate. Nel frattempo mi è scaduto il Green pass, ma mi hanno detto di aspettare a fare la terza dose. Sono veramente stanca. Molto stanca».

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