La storia di Enrico: si licenzia per 100 giorni in bici

Un'uscita sui pedali lunga 6.400 chilometri sugli antichi itinerari della fede
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6.400 chilometri in bici
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Il viaggio di Enrico Carrara, bresciano di nascita e umbro d’adozione, è un’ode alla bellezza e si racconta così: un’uscita sui pedali lunga cento giorni e 6.400
chilometri
sugli antichi itinerari della fede con lo spirito del pellegrino laico e del ciclista solitario, più muratore che atleta, pronto a farsi carico della fatica quotidiana: da Assisi a Canterbury e poi giù fino a Santiago de Compostela.

Da lì attraversare la Spagna, proseguire verso Roma, sbarcare in Grecia e puntare a Gerusalemme per arrivare nella Città Santa con il cuore in gola e il boato della guerra. Al Museo di Scienze naturali di via Ozanam, Enrico ha regalato una sintesi emozionante di un’avventura unica.

«Che non ha nulla dell’impresa - spiega Carrara, invitato in città da Fiab Brescia -: non c’è niente di eroico nel trovare cento giorni per pedalare». L’idea è nata nel 2013 davanti al santuario di Santiago. «L’esperienza ha riordinato una serie di cose che conoscevo ma che non riuscivo bene a inquadrare - racconta -. Ho ragionato sul significato del pellegrinaggio: l’interruzione del quotidiano per vivere le cose su un altro livello. Darsi un punto di partenza e di arrivo, stabilire un obiettivo, liberarsi di ciò che non serve, dai carichi e dai pensieri». Tornando da Santiago, Enrico scatta una foto al cielo.

«Decido di fare lo stesso per i seguenti 365 giorni, consacrando gli ultimi cento con un viaggio - aggiunge -: un viaggio in bicicletta nella bellezza e per la bellezza, che per questo ho intitolato "La via dei cento cieli"». Enrico si licenzia dal lavoro e il 28 maggio 2014 lascia Nocera Umbra.

Sono le prime boccate d’aria sulla sella della «Pellegrina», la compagna «antropomorfizzata» e curata dall’amico Isaia Profeta, meccanico bresciano. A guidarlo l’iPhone a pannelli solari e i segnali della natura. Le notti le trascorre negli ostelli o ovunque ci sia ospitalità. Nello stomaco niente integratori, ma le tipicità locali. Strada facendo il bagaglio si alleggerisce.

Già a Roma lo zaino pesa quattro chili, «perché capisci che molto di quel che abbiamo è superfluo e puoi farne a meno».

Il 28 agosto Enrico fa ritorno a Nocera. L’automobile l’ha dimenticata per sempre, oggi si muove solo in bici. «La via dei cento cieli», testimoniata su una pagina Facebook, è diventata un progetto dedicato alla bellezza in collaborazione con l’Associazione Piccola Umbria. Il ricavato andrà a cinque enti internazionali che sostengono la bellezza nel mondo. Il bello, quindi, «deve ancora venire e sta un passo oltre l’orizzonte».

Alessandro Carboni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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