La sindaca Castelletti: «Il nostro piano a misura di giovani per piazza Vittoria»

Il palinsesto di attività in primavera: «Offerta ampia, vogliamo parlare il loro linguaggio»
Giovani in piazza Vittoria - © www.giornaledibrescia.it
Giovani in piazza Vittoria - © www.giornaledibrescia.it
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Lato portici, fronte opposto allo Stargate: un crocchio di ragazzi si sfida a colpi di break dance. Lei prima li osserva dai gradini della sede delle Poste, dove spesso si siede a scrutare la città che scorre, poi si avvicina e chiede: «Come mai venite proprio qui?». Le hanno riconsegnato la risposta più semplice: «Perché qui è bello ed è diventato un ritrovo».

Lei è la sindaca Laura Castelletti e il «qui» che osserva e di cui parla è piazza Vittoria, un quadrilatero al centro di tanti centri. Quello storico, talvolta quello polemico, ma anche e soprattutto quello degli incontri e di relazioni da coltivare. Un punto di riferimento che intreccia dinamiche differenti, ma con un accento comune: piace ai giovani. Scriveva Pier Vittorio Tondelli che «i ragazzi erano la piazza»: ed è partendo da loro, conoscendoli e ascoltandoli, che la Loggia sta disegnando un piano ad hoc per piazza Vittoria.

The young V

«Nessuno nega che delle criticità ci siano - premette la numero uno di Palazzo Loggia -: il presidio di sicurezza c’è e resterà per governare quella parte di rissosità che esiste e che va monitorata, come sta già facendo la Prefettura attraverso le forze dell’ordine». Ma c’è anche un’altra piazza ed è su quest’altro spicchio che, pure, la Loggia vuole «investire».

Per studiare come farlo, Castelletti ha istituito un tavolo di lavoro in cui siedono gli assessori Anna Frattini (Politiche giovanili), Andrea Poli (Sviluppo economico), Valter Muchetti (Sicurezza) e Alessandro Cantoni (Sport) e che ha già iniziato a riunirsi.

«Questo - ricorda la sindaca - è un luogo in cui si sono sviluppati tanti appuntamenti importanti: Librixia, Festa della musica, l’inaugurazione della Capitale della cultura, Corri per Brescia. Ora bisogna capire e ascoltare le comunità diverse che fanno parte della piazza, lavorare con i giovani che vanno coinvolti per sviluppare insieme un progetto sull’oggi e sul medio-lungo termine. Ma lo dobbiamo fare provando ad agganciare questi ragazzi con i loro diversi linguaggi: musica, sport, teatro». L’arco temporale è stretto: le prime iniziative inizieranno a prendere piede dalla primavera.

Lo Stargate di piazza Vittoria - © www.giornaledibrescia.it
Lo Stargate di piazza Vittoria - © www.giornaledibrescia.it

«The young V» passerà da tante idee: due tavoli da ping pong, una pedana per gli skater e (perché no) anche uno spazio break dance se è quello che ragazzi e ragazze chiederanno. Le proposte non sono soggette a confini e sarà il team di Frattini a raccoglierle attraverso il confronto con chi vive quello spazio. Non si punta a spazi preconfezionati in pianta stabile: «L’input è creare un palinsesto di attività arricchito dalle esigenze dei giovani, a cui vanno anche illustrate le opportunità che questa città offre per creare socialità».

Del resto, lo spazio pubblico è il luogo dove le distanze sociali dovrebbero essere accorciate, dove si svolge quotidianamente un esercizio pratico di democrazia. Semplificare - mettendo al bando funzioni o imponendo nuovi divieti - significa implicitamente ridurre le possibilità, precludere, escludere; al contrario forme flessibili aprono all’integrazione, ad una pluralità di significati in cui ognuno possa trovare spazio, riconoscersi e rispettare. «L’offerta deve essere ampia, ricordando - specifica Castelletti - che esistono delle regole di convivenza, decoro ed educazione che vanno rispettate e in alcuni casi anche stimolate: la piazza è di tutti, non solo di qualcuno». Insomma coinvolgere per creare a cascata anche una sicurezza partecipata.

Fare spazio

La concentrazione dei giovani nelle piazze ha radici antiche. Oggi, in particolare, i linguaggi e lo scopo sono però cambiati: quel transito perenne finisce con il caratterizzare anche un modo di stringere relazioni, intessere rapporti, affacciarsi agli altri, cercarli. Non si esce solo per stare con i propri amici, ma anche per cercarne altri, per allargare la propria cerchia: è il primo fondamento della nuova accezione di amicizia che anche i social hanno formulato.

«Parlare con i giovani significa interloquire con i maggiori fruitori dello spazio: questo ci consente di capire e conoscere davvero la piazza. Vogliamo capire di cosa sento la necessità, vogliamo ascoltarli e coinvolgerli e questo avverrà anche attraverso gli Stati generali. Senza contare - conclude Castelletti - che quanto emergerà potrà rappresentare una delle bussole per aprire una serie di riflessioni rispetto agli eventuali spazi che mancano all’interno dei quartieri».

Insomma, il messaggio della Loggia è che non basta solo «fare» spazio pubblico, ma serve ricordarsi che questo è per molti vitale e che il reato di esuberanza non esiste se incardinato nel rispetto della convivenza. Il lockdown è finito, «i ragazzi sono in giro» e la città è anche loro.

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