La sfida di Frank, l'uomo della notte ucciso in pieno giorno

La pizzeria da asporto di Frank era uno dei punti di riferimento della notte bresciana. Il dolore per un pezzo di Brescia che scompare
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La carta oleosa e i soprannomi. «Il putrido». «Il lurido». Il pizzettaro. Frank. Francesco Seramondi e la moglie Giovanna Ferrari. C’è chi non ha idea di che faccia avessero e chi era arrivato a conoscerli di persona. Soprattutto lui, Frank che tra i capannoni commerciali della Mandolossa si faceva volere bene ci metteva la faccia, il sorriso, le pizze calde a tranci sulla carta unta, oleose pure loro, le brioche, i krapfen alla crema, l’estathé o la coca cola o la birra o tutto il resto.

Un uomo della notte ucciso in pieno giorno assieme alla moglie, un’esecuzione su cui indaga la polizia e che un mese fa, poco distante, aveva avuto un prologo con gli spari che avevano raggiunto un dipendente. Due colpi di arma da fuoco, due morti, una vicenda che per ora non ha spiegazioni. In città non si parla d’altro, ma anche oltre i confini della città. Perché è difficile trovare chi non si sia fermato almeno una volta per mangiare da Frank verso la via di casa o nel tragitto tra un locale e l’altro. La zona è nota, via Vallecamonica, tra prostituzione e spaccio di droga, tra locali notturni e negozi, tra aziende e vecchie cascine. Una zona di confine, marginale, forse per questo aperta a ogni problema e a ogni categoria sociale. Molto frequentata, eppure quasi abbandonata. 

Su Facebook si moltiplicano i post in ricordo di Frank e di Giovanna, ricordi pieni di affetto e di incredulità per la scomparsa di un pezzo di Brescia, anche se non mancano le polemiche sulla sicurezza e le manifestazioni di razzismo ormai consuete sui social, e fuori. In molti condividono il logo, con lo stencil del suo volto su sfondo giallo. Francesco Seramondi ha resistito finché ha potuto, «nonostante tutto nonostante tutti Frank ritorna» era il cartello appeso fuori dal locale. 

Nel 2008, la collega Ilaria Rossi l’aveva intervistato sul Giornale di Brescia per i cinquant’anni di attività. «Mai avuto paura?», aveva chiesto al re della notte. «In tanti anni non è mai capitato niente di brutto, anche se lavoro con le serrande aperte e a volte sono solo. Qualcuno ha fatto a botte nel parcheggio, ma nulla di più».

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