La scelta di Sara: starà tre anni in Togo con i Cuori Grandi

La 28enne di Castenedolo, di origine ruandese, a dicembre partirà per la missione nel villaggio di Amakpape
Sara Loda, 28enne castenedolese - Foto © www.giornaledibrescia.it
Sara Loda, 28enne castenedolese - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una scelta impegnativa, maturata nel corso di anni a servizio del prossimo, tra associazioni di volontariato, ambienti parrocchiali e missioni estive in alcuni tra i Paesi africani più poveri. Poi il Covid-19 e il desiderio, divenuto ancora più sentito, di partire per un periodo lungo «per creare ponti culturali, fare del bene e andare incontro alle proprie origini».

Sara Loda, 28 anni e tanta grinta, da dicembre vivrà in Togo per tre anni e prenderà parte alla missione Cuori Grandi attivata nel 2012 da suor Patrizia e suor Maristella nel villaggio di Amakpape. Intanto sono in corso tutte le procedure preparatorie necessarie e sono già state attivate iniziative di solidarietà destinate appunto alla missione. «L’idea - racconta Sara - è da un po’ che mi frullava in testa. Però restavano alcune questioni da sistemare, come ad esempio condividere la mia partenza con i miei famigliari e trovare una soluzione per concordare la mia scelta con il lavoro che svolgo attualmente, ovvero l’operatrice socio sanitaria alla Fondazione Casa di Dio di Brescia. Non posso descrivere l’appagamento che mi ha dato essere supportata di buon grado sia dalla mia famiglia sia dai miei datori di lavoro che, anzi, oltre a concedermi un’aspettativa decisamente lunga, mi hanno aiutato a reperire medicinali e pannolini, inviati in Togo nei giorni scorsi. Per questo ringrazio di cuore Stefania Mosconi, la direttrice della Fondazione Casa di Dio».

La storia di Sara parte proprio dall’Africa, in particolare dal Ruanda, ed è per questo che lei sente tanto caro quel continente. Era il 1994 e una spietata lotta, combattuta tra le etnie hutu e tutsi, stava dilaniando lo stato del’Africa orientale. La madre biologica di Sara non sopravvisse al parto. Il padre, per dare un’occasione di salvezza alla figlia che al tempo aveva otto mesi, la portò in un orfanatrofio. L’associazione castenedolese «Museke», fondata da Enrica e Roberto Lombardi, si adoperò in ogni modo per portare in salvo quanti più bambini possibile da quel tremendo scenario. Tra questi vi era anche Sara che, accolta da una famiglia castenedolese, ora desidera andare incontro alle proprie radici e, durante la permanenza in Togo, ha intenzione di ricercare il padre e i fratelli dei quali nel corso degli anni è riuscita ad avere alcune notizie. «Non vedo l’ora di partire: il mio ruolo consisterà nel dare una mano con la cura dei malati. Desidero moltissimo rendermi utile e sento di farlo nel modo per me più significativo».

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