La «roba»? Non è nostra, ci è data solo in prestito

La gente si illude di vivere per sempre, nessuno pensa davvero che la sua esistenza sia un contratto di comodato d’uso
Una nuvola bianca
Una nuvola bianca
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La gente si illude di vivere per sempre, nessuno pensa davvero che la sua esistenza sia un contratto di comodato d’uso. Per questo dovrebbero essere istituiti dei corsi di coerenza dove viene insegnato a considerare il proprio pezzetto di cielo come una cessione provvisoria di tempo da sfruttare nel migliore dei modi.

Il desiderio di continuare a essere presenti induce tanti a guardare anche attraverso gli orizzonti degli altri per pianificare il futuro. Tutti nutrono la vanità di lasciare un segno o un’eredità di idee, ma sappiamo con certezza che ogni convincimento viene riadattato da chi lo raccoglie. Un cospicuo patrimonio ripartito fra tante persone diventa poca cosa, lo sa bene Maria Rosa quando dice che «dividendo la ricchezza, diventa povertà».

Queste parole le ripete anche oggi che ha più di novant’anni e ancora non riesce a soffocare quel senso di amarezza che l’assale quando ricorda che le proprietà dei suoi genitori sono state la causa di una frattura familiare molto più estesa di ciò che avevano. I beni al sole che possedevano, costituiti da un fondo agricolo, una casa colonica e un paio di appartamenti di modesto valore, sono diventati per gli eredi il movente di sgradevoli discussioni che hanno ridotto a brandelli la parentela, ormai nominata solo attraverso le carte bollate. Il desiderio di possesso non sollecita l’avidità dei soli fratelli.

Di solito i più inflessibili sulle ripartizioni sono i loro coniugi i quali fanno stime per eccesso o per difetto, secondo la convenienza. I cognati davanti al notaio tacciono, poi istigano mogli o mariti persuadendoli che la divisione non sia stata abbastanza salomonica. Anche un castagneto abbandonato o una vecchia vigna possono diventare un motivo di conflitto poiché quanto viene ereditato dagli altri sembra avere sempre un valore superiore. Molti fratelli discutono per le proprietà dei genitori ma non per accudirli quando sono anziani. Litigano piuttosto per la suddivisione del loro denaro, quasi che la pensione sia pari alle rendite del sultano del Brunei. Chi ha accesso al bancomat spesso viene incolpato di attingere al conto, purtroppo a volte con ragione.

Un antico proverbio dei nativi americani dice che «non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli». Nell’attimo in cui crediamo che «la roba» ci appartenga, dovremmo tutti averne cura con generosità. L’altruismo viene ricordato, la cupidigia pure.

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