La rivincita sul Covid: cultura e creatività valgono 1,9 miliardi

Dopo gli anni duri della pandemia crescono valore aggiunto, imprese, addetti e Brescia è settima in Italia
Visitatori al Museo Santa Giulia di Brescia - Foto Neg © www.giornaledibrescia.it
Visitatori al Museo Santa Giulia di Brescia - Foto Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il biennio del Covid è alle spalle. Crescono ricchezza prodotta, imprese ed occupati. Il ritorno alla vita sociale con il seguito di spettacoli, incontri, festival, occasioni di svago, mostre, visite a musei e monumenti, turismo ha finalmente rilanciato il sistema produttivo culturale e creativo bresciano. La conferma arriva dal XIII Rapporto «Io sono cultura», con i dati del 2022, frutto della collaborazione tra Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro studi Guglielmo Tagliacarne.

È un settore che per la nostra provincia vale oltre 1,9 miliardi (il 4,3% del valore aggiunto provinciale), più di 28mila lavoratori e cinquemila imprese. Un bel salto, considerando che fra il 2020 e il 2021 erano stati persi mille posti di lavoro e 313 milioni. Nel 2020 il valore aggiunto era precipitato a 1,5 miliardi (per risalire parzialmente l’anno dopo); diverse imprese erano state costrette a chiudere i battenti.

Con 1,9 miliardi Brescia è al settimo posto in Italia per ricchezza prodotta dal comparto culturale e creativo. Rappresenta il 2% dei 95,5 miliardi complessivi del sistema Italia. Davanti ci sono colossi come (in ordine) Milano (16,5 miliardi), Roma (13,1 miliardi), Torino (5,1), Napoli (3), Bologna (2,5) e Firenze (2,3). Si piazza invece all’ottavo posto per quanto riguarda gli occupati: 28.406 (l’1,9% del totale nazionale). In questa graduatoria ci precede anche Padova.

Valore

Il sistema produttivo culturale e creativo considera diversi campi: architettura e design, comunicazione, audiovisivo e musica, videogiochi e software, editoria, arti performative e visive, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico. Bisogna aggiungere le attività (chiamate «creative driven») che non producono direttamente beni e servizi culturali, ma utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività. È la base del made in Italy.

Nel Bresciano, terra di manifattura, il creative driven vale un miliardo e cento milioni. Fra i settori che costituiscono il cuore del sistema, la parte del leone è rappresentata da videogiochi e software con quasi 232 milioni. Un dato in sintonia con quello nazionale (14,6 miliardi sui 95,5 complessivi). Al secondo posto ci sono l’editoria e la stampa con più di 195 milioni (anche in questo caso si rispetta il trend nazionale, che vale 10,8 miliardi). Sempre per valore aggiunto, nel Bresciano seguono architettura e design (167 milioni), le arti performative e visive (80 milioni), la comunicazione (64,6), musica e audiovisivo (40,9), patrimonio storico e artistico (36,2).

Imprese

Le 5.344 del sistema rappresentano il 4,4% delle imprese bresciane. La parte del leone tocca agli studi che si occupano di architettura e design: 1.853. L’editoria, invece, conta ben 1.024 attività; 866 la comunicazione e 804 il settore dei videogiochi e dei software.

Quest’ultimo, da noi come a livello nazionale, negli ultimi anni ha conosciuto un particolare sviluppo, accelerato dalla pandemia che ha costretto le persone in casa. Infine, gli addetti: il settore offre più di 28mila posti di lavoro, il 4,9% degli occupati totali. Il creative driven assorbe oltre 15mila lavoratori. Le attività culturali e creative più gettonate riguardano l’editoria (3.226), l’architettura e il design (3.146), videogiochi e software (2.985). Sarà interessante verificare, con il Rapporto 2024, gli effetti della Capitale sul sistema bresciano. Cultura e creatività nutrono lo spirito e spingono l’economia.

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