La Regione «salva» 120 imprese, ma rifiuti già in discarica

Cattaneo: «Dal Broletto scelta improvvida, pronta circolare per non bloccare le aziende già autorizzate»
Marco Bonometti e Raffaele Cattaneo al Pirellino © www.giornaledibrescia.it
Marco Bonometti e Raffaele Cattaneo al Pirellino © www.giornaledibrescia.it
AA

La Regione prova a metterci una pezza, congelando la «fuga in avanti» del Broletto. Lunedì il direttore generale del settore ambiente di Regione Lombardia firmerà una circolare da inviare a tutte le Province nella quale si precisa che il pasticcio sull’end of waste non mette in discussione le autorizzazioni esistenti.

Di fatto «la Regione dà indicazione di non intervenire sui titoli autorizzativi vigenti». Bacchettando così la Provincia di Brescia che una ventina di giorni fa ha avviato la procedura di revoca dell’autorizzazione al recupero dei rifiuti per 120 aziende bresciane. Una questione che può sembrare tecnica ma che rischia di avere conseguenze devastanti: se queste aziende si fermassero, 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti che oggi diventano nuova materia da riutilizzare finirebbero in discarica.

E che questo sia il rischio lo dice quello che è già successo alla Ecorec srl di Adro, una delle 120 aziende coinvolte nel caso e che si è già rivolta al Tar. La società trattava fanghi da depurazione (il materiale essiccato veniva poi riutilizzato nei cementifici), ma ora l’attività è bloccata.

«La nostra autorizzazione scadeva e la Provincia non l’ha rinnovata - spiega un socio dell’azienda -. Non possiamo più ritirare e recuperare il materiale, che ora finisce in discarica». Tutto nasce dallo «sblocca cantieri», in vigore dal 18 giugno scorso, che invece di risolvere il tema end of waste (quando un rifiuto trattato smette di essere tale e diventa materiale riutilizzabile) ha complicato le cose. In sostanza ora si possono autorizzare solo quelle procedure di trattamento comprese nel decreto 5 febbraio 1998. Col paradosso che restano valide le tecnologie più vecchie e non quelle più innovative sviluppate negli ultimi 21 anni. Di certo lo sblocca cantieri «blocca» nuove autorizzazioni. Ma quelle in essere? Per la Provincia anche quelle vanno revocate. Per la Regione no. Ieri l’assessore Raffaele Cattaneo ha riunito l’osservatorio regionale rifiuti al Pirellino di via Dalmazia, per condividere la strategia.

«La fuga in avanti della Provincia di Brescia è stata una scelta improvvida - ha esordito -. La legge è equivoca, ma non dice di revocare le vecchie autorizzazioni. Restano dubbi interpretativi. Già il 18 giugno, poi il 2 e il 16 settembre abbiamo chiesto un chiarimento al Ministero.Non abbiamo ricevuto risposta. Così abbiamo disposto una circolare che dice alle Province di non stralciare le operazioni di recupero già autorizzate».

«È un segnale importante - ha commentato il vicepresidente del Broletto Guido Galperti -. Aspettiamo la circolare, poi valuteremo con la nostra avvocatura». Ma la sensazione è che con la «copertura» politica della Regione le lettere del Broletto possano essere «sospese». Cattaneo ha chiesto una condivisione della scelta a imprese e associazioni di categoria: «Se condivisa, è una posizione più forte». «Le imprese ci sono» ha assicurato il leader degli industriali lombardi Marco Bonometti. Via libera anche da Cna, ConfApi, Uil, Assofond, Ance. La circolare tamponerà l’emergenza. Ma la questione va risolta alla radice, modificando la norma nazionale. La soluzione, per Cattaneo, è tornare a un’autorizzazione caso per caso, come è stato fino a 18 mesi fa. Per questo la Regione ha preparato anche una modifica alla legge nazionale.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia