La reggia di Putin è stata firmata da un architetto bresciano

Lanfranco Cirillo, 61 anni di Roncadelle, lavora da trent’anni in Russia per i grandi oligarchi
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La presunta reggia di Putin sul Mar Nero
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È soprannominato l’«architetto di Putin». Per la consuetudine con l’entourage del presidente russo e per avere firmato diversi progetti voluti dal Cremlino. Il 16 agosto del 2014 lo «Zar Vladimir» gli ha addirittura concesso la cittadinanza onoraria. Del resto, lavora e frequenta la Russia dai primi anni Novanta. Si chiama Lanfranco Cirillo, 61 anni, bresciano di adozione dagli anni Ottanta, di casa prima a Travagliato e poi a Roncadelle, ma molto spesso in Russia.

Architetto laureato a Ca’ Foscari, con numerosi interessi e affari nel Paese di Putin. Balzato sulla scena della cronaca internazionale in questi giorni, citato dall’oppositore di Putin, Aleksej Navalny, come il progettista della (presunta) villa miliardaria del presidente a Gelendzhik, sul Mar Nero. Il video in cui Navalny, dal carcere, indica Putin come il vero proprietario della residenza principesca, in pochi giorni ha registrato oltre 40 milioni di visualizzazioni. L’oppositore, in sostanza, accusa Putin di avere distratto fondi pubblici per pagarsi il lussuoso complesso, costruito nel 2005. Il Cremlino ha sempre negato che la residenza sia in qualche modo riconducibile a Putin. In passato Cirillo ha confermato di essere il progettista, sostenendo tuttavia di avere avuto l’incarico da una società. Non da Putin personalmente, quindi.

L’architetto bresciano Lanfranco Cirillo
L’architetto bresciano Lanfranco Cirillo

Lanfranco Cirillo ama la vela. È un armatore di barche sportive, appassionato ed esperto velista, frequentatore del Garda. Sponsor della Federazione italiana e di quella russa, più volte ha partecipato alla Centomiglia, nel 2019 come timoniere di Principessa con mezzo equipaggio russo. Nel 2014 vinse il titolo nazionale per gli armatori. Proprio quell’anno divenne noto in Russia dopo che l’Agenzia Reuters lo segnalò come il possibile progettista del complesso di villeggiatura di Gelendzhik.

Cirillo ha lavorato per i maggiori oligarchi russi. Fra i suoi primi clienti ci sono gli amministratori della LukOil, la più grande compagnia petrolifera del mondo. Anni fa l’architetto bresciano dichiarò (senza fare i nomi) di avere fatto progetti per 42 miliardari russi nell’elenco di Forbes. I suoi interessi in Russia sono di vario tipo. Cinque anni fa, ad esempio, annunciò alla stampa moscovita l’ingresso nell’attività agricola. Un vigneto di quattrocento ettari sul Mar Nero per la produzione di un milione di bottiglie l’anno, metà di fascia alta. «Vorrei creare qui una piccola campagna toscana», sviluppando anche l’agriturismo, disse l’architetto. Secondo Spark, l’agenzia di analisi sugli imprenditori in Russia (ricaviamo da una rassegna stampa della nostra Ambasciata a Mosca del 24 maggio 2016), Cirillo era proprietario di circa il 10 per cento di una banca, che aveva fra i clienti la società titolare degli edifici e dei terreni su cui sorge il palazzo (presunto) di Putin.

La villa sarebbe stata arredata con mobili di ditte italiane - Foto Ansa © www.palace.navalny.com
La villa sarebbe stata arredata con mobili di ditte italiane - Foto Ansa © www.palace.navalny.com

La residenza sarebbe stata ispirata a Villa Certosa, il buen ritiro estivo di Silvio Berlusconi a Porto Rotondo, in Sardegna. Lo sostiene il sito di informazione indipendente russo Insider. Putin fu ospite a Villa Certosa dell’allora presidente del Consiglio nel 2003. Restò colpito dal complesso. Uno stadio, l’anfiteatro, un lago artificiale, un tunnel segreto, sale per le feste notturne: sarebbero molte le analogie fra le due residenze. In verità, il complesso in riva al Mar Nero è decisamente più grande e lussuoso. Sarebbe costato un miliardo e cento milioni di euro. Il «palazzo segreto di Putin», ha denunciato Navalny nella sua video inchiesta, è grande 14mila mq; è circondato da 7.500 ettari di parco; l’arredamento sarebbe stato fornito da ditte italiane; è anche dotato di un palazzetto per l’hockey su ghiaccio.

Una decina di anni fa Cirillo progettò un ponte in legno di cento metri, sempre sul Mar Nero. Nel commento all’opera, l’architetto dichiarava la sua riconoscenza e il suo legame alla Russia, «il Paese che mi ha accolto da giovane con poca conoscenza e che mi ha dato molta esperienza, mi ha portato molte sfide importanti e affascinanti al tempo stesso. In questi anni ho costruito e progettato per gran parte dei famosi oligarchi russi».

Resta vivo il rapporto con l’Italia e Brescia. L’anno scorso la famiglia Cirillo ha finanziato la messa in sicurezza della cupola di Santa Maria dei Miracoli, in città, danneggiata dal maltempo nell’agosto del 2019. Un gesto per ricordare la figlia Elisabetta, scrittrice, portata via a soli 33 anni da un male nell’ottobre del 2019. In questa chiesa Elisabetta si era sposata pochi mesi prima. A Roncadelle le era stato dato l’ultimo saluto.

 

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