La Provincia pensa alla sede unica: «Ma è presto per dire dove»

Una sede unica invece delle attuali nove, sparse in varie parti della città. Una sola struttura dove accorpare uffici, servizi e funzioni, a beneficio delle casse dell’ente e per la comodità dei cittadini. È l’obiettivo a cui sta pensando l’Amministrazione provinciale guidata da Emanuele Moraschini. Una volontà che per adesso non ha ancora definito il dove, come e quando. C’è il perché: risparmiare su affitti, manutenzioni, utenze; dismettere stabili, anche in proprietà, ormai vetusti, inadeguati, insufficienti, difficili e costosi da efficientare; evitare ai cittadini e al personale di peregrinare da un luogo all’altro. È una operazione, ragiona il presidente Moraschini, «che potrebbe essere attuata insieme alla Regione con cui condividiamo diverse funzioni. I bresciani troverebbero nella stessa struttura tutti gli uffici». Anche di questo hanno parlato ieri Moraschini e il presidente della Regione, Attilio Fontana, in un incontro a Milano.
La Regione
«Con Fontana abbiamo fatto il punto sui progetti che coinvolgono i due enti e sull’attuazione degli investimenti del Pnrr», commenta il presidente della Provincia. Ma fra gli argomenti toccati c’è stato anche quello della possibile sede unica. «Abbiamo messo sul tavolo la questione. Condividiamo l’idea che è un tema da svolgere insieme, ma siamo lontani da ogni tipo di previsione», conferma Moraschini. «Ogni ipotesi su un luogo o un edificio è più che prematura». Nei giorni scorsi alcune voci avevano avanzato l’ipotesi del Freccia Rossa. «Non c’è nulla», dice Moraschini. Il centro commerciale fra viale Italia e via Fratelli Ugoni è vuoto e fonte di degrado. Il suo futuro è un interrogativo sospeso nel cuore cittadino. Un problema urbanistico, di ordine pubblico, di decoro urbano. La pratica è nelle mani del curatore fallimentare. «Non c’è nemmeno una perizia sul suo valore», commenta Moraschini. «Non ci sono le basi su cui ragionare». Il Freccia Rossa, in linea teorica, potrebbe essere una soluzione come un’altra. «Ripeto: stiamo pensando all’obiettivo, non sappiamo ancora il dove, il come e il quando».
Il tema della sede unica rimbalza da molti anni sul tavolo dei presidenti della Provincia. Alberto Cavalli tentò di affrontarlo vent’anni fa. Nel bilancio di previsione del 2003 erano appostati oltre 77 milioni per la costruzione di un immobile capace di ospitare tutte le funzioni.
Nel 2007
Un’operazione da finanziare anche con la vendita di qualcuna delle undici sedi di allora, escludendo i prestigiosi Palazzo Broletto e Palazzo Martinengo, sede di rappresentanza il primo e museo il secondo. Si parlò delle Tre Torri di via Labirinto e della Torre Tintoretto. Nel 2007 la Provincia scelse la strada del bando per l’acquisto di «cosa futura», un immobile chiavi in mano. Si chiedeva una sede cablata e flessibile a Brescia con una superficie di 25mila metri quadrati, un parcheggio di almeno 850 posti, in una zona servita dai mezzi pubblici e vicina alle grandi vie di comunicazione. Un investimento da 110 milioni (erano tempi in cui la Provincia aveva ben altre risorse rispetto ad oggi), da realizzare entro il 2010.
Le offerte
Arrivarono diverse offerte, fra cui l’area degli ex Magazzini Generali (poi riqualificata), l’ex Pietra di via Orzinuovi, i terreni accanto alla Fiera. Non se ne fece nulla, anche perché la faccenda finì sul tavolo della giustizia amministrativa per alcune contestazioni sul bando. Fine della storia, ma non del problema, che nel frattempo si è fatto più acuto.
«La questione ci è ben presente», conclude Emanuele Moraschini. «È un’esigenza sentita per motivi di efficienza dell’ente e di risparmio. Ma siamo ancora alla fase di studio. Anche con la Regione dovremo approfondire l’argomento».
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