La precisione che aiuta a capire meglio

I tempi dell'informazione ormai sono scanditi in minuti. La velocità di propagazione delle notizie, però, spesso va di concerto con un linguaggio frettoloso e impreciso, mancante della minima coerenza con la realtà. A tal punto che la notizia finisce per perdere credibilità.
Così può creare comprensibilmente apprensione leggere nelle agenzie di «500 bombardamenti (!)» nel Donbass invece di uno «scambio di artiglieria in cui sono stati sparati 500 colpi»; si usa il termine «diecimila truppe » (preso direttamente dall’inglese troops) invece di «diecimila soldati»; si danno numeri giganteschi sulle auto elettriche, che restano percentualmente marginali, comprendendovi quelle con una componente elettrificata della trazione; ancora, il gasolio per auto diventa «Diesel», che in realtà è il nome dell’inventore di questo tipo di motore, e così via.
Il collega Toni Capuozzo, sperimentato inviato di guerra, ha notato che nella foto dell’asilo ucraino «colpito nel bombardamento», di cui si è scritto in questi giorni, si vede sì un foro nel muro (peraltro con traiettoria parallela al terreno, più consona ad un’arma a tiro teso, come il cannone di un tank o un razzo controcarro Rpg) ma non si vede alcuna traccia di incendio o fumo e, soprattutto, tutti i vetri delle finestre adiacenti sono miracolosamente intatti.
Non siamo complottisti: ci accontenteremmo di un po’ più di preparazione e di capacità di analisi.
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