La piccola Rea e il male ignoto: parte la raccolta fondi

La speranza l’ha portata in Italia, ma servono fondi per le cure
Una foto della piccola Rea
Una foto della piccola Rea
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Occhioni dolci, della quale ci s’innamora all’istante, guance belle paffutelle, contornate da un cerchietto rosso che le dona un’aria da principessa, e un sorriso appena accennato, dal quale s’intuisce già l’enorme voglia di vita. Dal 18 gennaio, sulla piattaforma Gofundme.com, è aperta la raccolta fondi «Aiutiamo la piccola Rea»: si punta (almeno) a 10mila euro per curarla e individuare la causa del suo malessere.

La bimba ha infatti solo un anno e soffre di un grave disturbo metabolico: «Si formano continuamente calcoli nei reni che mi portano a delle infezioni urinarie molto dolorose», si legge sul sito, come se lei stessa si raccontasse. Al momento, sconosciuto però il perché ciò accada. Nessuna risposta in tal senso in patria, in Albania: «Dopo due interventi d’urgenza, qui non abbiamo i mezzi per andare oltre. Cercate centri più specializzati all’estero», hanno riferito i nefrologi a mamma Marieta a novembre. Ecco quindi spiegata la decisione di partire per l’Italia e cercare maggior fortuna: nel dettaglio, madre e figlia sono arrivate a Borgosatollo il 26 dicembre, ospiti della zia Susanna, decise a tenere viva la speranza di guarigione, lasciando il papà e il fratellino di sei anni a Elbasan (50 km da Tirana).

E se la possibilità di ricevere le cure nel Belpaese ha portato del buonumore, l’euforia è poi sparita quando hanno appreso che il visto in loro possesso non garantiva l’ottenimento della tessera sanitaria e il conseguente accesso alle prestazioni a carico del Sistema sanitario. In un attimo, sconforto e sconcerto hanno inevitabilmente avvolto i loro volti, in quanto al momento non hanno la disponibilità per accedere a una struttura a pagamento.

Così una vicina di casa della zia di Rea, venuta a conoscenza della situazione, se l’è presa a cuore e ha deciso di dare il proprio contributo: «Ho pensato che una raccolta fondi potesse essere una buona strada da intraprendere: tentar non nuoce - dice Martina Piccinelli, studente di Infermieristica -. In effetti, in sole 48 ore abbiamo già superato 1.500 euro. Ma non è abbastanza». Chi volesse aiutare, oltre ad andare su Gofund.me, può scrivere a  aiutiamolapiccolarea@gmail.com.

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