La notte rilancia il Metrobus «della movida»

Piace l’orario lungo della metropolitana nel week end. Si sta ragionando su una seconda sperimentazione.
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Al netto della Notte Rosa, quando una ressa di 10mila bresciani si è seduta sulla metropolitana di Brescia, la media dei fruitori «notturni» (dalle 23 all’una) del metrò si aggira sulle 550 persone al venerdì sera e sugli 820 al sabato. Numeri che, presi così, in valore assoluto, possono dire tutto e nulla, ma che serviranno ai nuovi amministratori della città e a Metro Brescia per ragionare sul futuro del trasporto pubblico serale bresciano.

Chiusa la sperimentazione nel fine settimana del 7 e 8 giugno (si era partiti il 26 aprile), a binari fermi quando fuori si fa buio, è tempo di ragionare. Per tutti, la convinzione - che diventa proponimento - è che il Metrobus «non è un mezzo che deve andare alla svelta verso il deposito, ma piuttosto deve star fuori a girare il più possibile, ovviamente guadagnando». Ne sono convinti sia il presidente di Metro Brescia Ettore Fermi che i nuovi «inquilini» della Loggia, con in testa l’assessore in pectore alla Mobilità Federico Manzoni (che oggi parla però ancora e solo come amministratore «che conosce il tema»).

Il venerdì, quando la movida bresciana prende il via, i passeggeri hanno oscillato tra il minimo del 24 maggio, con 400 utenti, a un massimo di 650 il 31 maggio; mentre il sabato per tre serate si è sfondata quota mille, con 1.100 passeggeri (il 4 e 11 maggio e l’1 giugno), con la punta al ribasso delle 500 persone il 18 maggio e nel «gran finale» dell’8 giugno. «Ci siamo accorti che questo mezzo di trasporto è stato lanciato nelle ore tarde puntando molto sui giovani frequentatori dei locali - spiega Fermi -, mentre invece potrebbe essere un’ottimo strumento anche per tutto il resto della gente, che potrebbe usarlo nel tempo libero serale a esempio per andare al cinema, a teatro o allo stadio, ma anche per i lavoratori del week end. Per questo la prima cosa da fare, se si deciderà di proseguire, sarà migliorare la comunicazione, indirizzandola a un pubblico più eterogeneo».

Impossibile, al momento attuale, dire con certezza se si proseguirà nel servizio notturno del fine settimana, anche se tutti volgono lo sguardo allo sviluppo del progetto. «Da parte della nostra società c’è la massima apertura per offrire una prestazione di qualità ai cittadini e per far vivere la città - continua il presidente di Metro Brescia -,ma ogni decisione va presa seguendo le indicazioni dell’Amministrazione. Per il momento non ci siamo ancora incontrati, ma credo che nei prossimi giorni si inizierà a ragionarne».

Ovviamente ogni passo deve fare i conti con la borsa, perché i prolungamenti di orario - seppur in un periodo limitato - comportano oneri aggiuntivi. Al personale di Metro Brescia, nei sette fine settimana di sperimentazione, sono state richieste delle ore straordinarie, sia alle 18 persone della postazione centrale che ai 42 steward. A questi costi vanno aggiunti i maggiori consumi di elettricità e le manutenzioni. Tra gli spunti che il gestore ha colto c’è anche la variabile meteo: quando c’è bel tempo i bresciani amano sedersi sulla metro e i parcheggi scambiatori si riempiono, mentre con la pioggia tirano tutti dritti verso la meta.

Che si decida quindi di continuare nell’estensione d’orario il sabato e la domenica o meno, la convinzione è che «le cose vanno fatte bene».

Giuliana Mossoni

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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