La messa dei patroni, il vescovo: «Alleanza potente tra vita e cultura»

La cultura come autocoscienza della vita, il sapere che fa vivere. La cultura che ci dà passione, slancio, coraggio. La messa per i santi patroni Faustino e Giovita è stata l'occasione per celebrare questo anno straordinario che vede Brescia e Bergamo Capitale della cultura. E così accanto al vescovo Pierantonio Tremolada c'era il vescovo di Bergamo, il bresciano Francesco Beschi; in prima fila il sindaco Emilio Del Bono affiancato dal primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori.

Prima dell'omelia il vescovo Tremolada ha ringraziato ancora una volta per la vicinanza ricevuta durante i lunghi mesi della sua assenza, questo unito alla gioia per essere tornato in diocesi. «Nella cultura il vivere si coniuga con il comprendere, l'esperienza con la coscienza - ha detto il vescovo Tremolada -. All'opposto della cultura sta il non sapere, un'ignoranza che non è interessata a ricercare il senso delle cose. Il nemico da combattere è l'indifferenza, il lasciarsi vivere, la superficialità, la chiacchiera, lo slogan, la battuta, un sentire istintivo».

«Vi è un'alleanza potente tra la vita e la cultura - ha proseguito mons. Tremolada di fronte a un'affollata chiesa di San Faustino -. Quest'ultima non solo interpreta la vita ma la difende e la promuove, ne mantiene alto il profilo e ne custodisce il senso ultimo. L'indifferenza e la superficialità non riusciranno purtroppo a impedire che si aprano nell'esperienza quotidiana del vivere voragini spaventose».

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