La Lombardia ha abolito il limite di 55 giornate di caccia

È stato dunque eliminato il tetto, adeguando la normativa regionale a quella nazionale
Attività venatoria: nuove norme - Foto © www.giornaledibrescia.it
Attività venatoria: nuove norme - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Addio al limite delle 55 giornate di caccia. Nuovi criteri di calcolo delle distanze tra i capanni. Riclassificazione ai fini catastali delle «casine» vicino ai capanni. Sono queste le modifiche alla legge regionale sulla caccia approvate nella seduta di ieri dall’VIII Commissione consiliare del Pirellone.

È stato dunque eliminato il limite delle 55 giornate di caccia adeguando la normativa regionale a quella nazionale. Si è poi previsto che per misurare le distanze tra i capanni indicate dalla legge si debba seguire la morfologia del terreno e non le distanze in linea d’aria.

L’altra modifica normativa è una «risposta» alla riforma del catasto, che ha eliminato la classe «fabbricati rurali», portando in alcune zone della Lombardia alla revoca di autorizzazioni a capanni anche storici.

«La Regione Lombardia - commenta Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi - e vuole agevolare l’attività venatoria aggiornando la normativa alle esigenze dei cacciatori e del territorio. Abbiamo abolito il limite di 55 giornate di caccia che impediva ad alcuni cacciatori di concludere la stagione. Si tratta di un’azione realizzata anche in vista dell’intenzione di ampliare il periodo di prelievo di alcune specie, penso al cinghiale, che stanno devastando le colture. Era importante anche mettere mano al calcolo delle distanze tra i capanni e alla classificazione dei depositi vicini ai capanni costruiti prima del 1997».

Altro tema centrale è quello della semplificazione amministrativa per l’attività venatoria: «Abbiamo introdotto norme che semplificano il lavoro degli Ambiti territoriali di caccia e chiarito la responsabilità dei censimenti della popolazione faunistica, oltre alle modalità di segnatura dei capi sul tesserino» conclude Rolfi.

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