La Leonessa per L'Aquila, solidarietà concreta

Sabato l'inaugurazione del Centro Polifunzionale donato a Monticchio dalla generosità di lettori del GdB, Provincia e Acb.
AA

Il freddo è garantito, come, purtroppo, la scadenza millenaria dei terremoti. In questa terra d'Abruzzo, la terra trema e se non accade, compare lo sgomento altrettanto spaventato di un popolo coraggioso e mai rassegnato, saggio anche con la natura maligna, confidente nell'amicizia dei connazionali.
Soprattutto - li abbiamo ascoltati ormai cento volte - stupiti e grati gli abruzzesi, della solidarietà dei bresciani, in particolare di questo dono del nuovo Centro polifunzionale, il grande spazio multidisciplinare nel punto più vasto della vallata sotto L'Aquila, nella frazione di Monticchio.
Sabato alle 11, il Vescovo dell'Aquila benedirà la struttura costruita grazie alle donazioni dei nostri lettori, al contributo della Provincia e dell'Associazione Comuni Bresciani. Accanto all'Arcivescovo Metropolita dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari, il sindaco Massimo Cialente, il direttore del Giornale di Brescia, Giacomo Scanzi e il presidente dell'Editoriale Bresciana Giovanmaria Seccamani Mazzoli, il parroco di Monticchio, don Cesare Cardoso, l'assessore della Provincia di Brescia, Fabio Mandelli, il presidente dell'Acb, Emanuele Vezzola. Il cammino all'idea del Nuovo Centro Polifunzionale, l'individuazione dell'area, l'avventura per superare la burocrazia, la costruzione, la scelta degli arredi, la sistemazione, insomma il miliardo di passi mentali e fisici per arrivare davanti al tricolore dell'inaugurazione, domani, oggi sono faticosamente narrabili anche per chi per chi si è prodigato con serietà e abnegazione, nel silenzio degli uffici, nelle telefonate anche di sconforto, nello spronare i fratelli vinti dalla morte e dalla minaccia di un mostro di terremoto senza fine. Per tutti noi, citiamo Mauro Torri, ci ha messo del suo oltre il dovere.

Il nostro con il terremoto dell'Aquila è un gemellaggio reale, palpabile nell'opera, immediatamente utile e fruibile. Anche chi scrive è allergico ai gemellaggi immobilizzati sui cartelli stradali, alle visite e controvisite spesso leggerotte di chi si gemella con Katmandu e l'Alaska. Ma il nostro è un gemellaggio di cuore, di viaggi, di sudore offerto da migliaia di nostri lettori. Siamo fieri, via che siamo fieri, eccome, per questa nuova opera che durerà nel tempo, come le opere scritte dal Giornale di Brescia nel Friuli, in Irpinia, nel Kosovo, nello Sri Lanka e appena ora a San Giacomo delle Segnate, con quella Scuola Materna che verrà consegnata bella e pronta a primavera ai bambini di quei posti terremotati. Quante imprese si contano, in giro per l'Italia, protagoniste di un solidarismo concreto, rischiarato nella compagnia dei propri cittadini lettori, pattuito in silenzio, all'inizio con un comunicato di tre righe e riempito di offerte, a garanzia di una reciproca amicizia e credibilità stampata nell'animo tramite il giornale?

Insomma, se esiste una misura dello spread e del sondaggio della credibilità, è qui, in queste opere, a fondamento di un'alleanza che viene da più di mezzo secolo di storia professionale, culturale e aziendale. Il resto, si diceva in quel film, il resto è solo chiacchiere e distintivo. Certo, siamo orgogliosi, non di più che una consapevolezza serena di portare in giro la responsabilità di una «caritas popolare» venuta da lontano e che ci iscriviamo a condurre lontano. Non metteteci nel mirino per questa piccola esplosione di soddisfazione, non giudicateci presuntuosi. Abbiamo il diritto, anzi il dovere, anche a nome delle nostre migliaia di lettori, a nome di una brescianità che gioisce a far del bene, in casa e in trasferta, di considerare patrimonio morale della nostra avventura di vita umana e professionale, oggi questo Nuovo Centro Polifunzionale, che si lega per tempo alla Scuola Materna di S. Giacomo e molto prima al villaggio del Giornale di Brescia a Gemona (Ud).

Per chi ama la geometria dell'anima, può tracciare le linee di un triangolo dove le lacrime dei vinti sono rese al bacino del dolore, asciugate dagli amici del giornale, messe a dimora nelle case vere dell'ideazione e dell'offerta, non certo nelle prolusioni di cartapesta in cui ci si bagna ancora prima che piova, per via di una plastica e umida inanità delle intenzioni. Per via di un predicare a vuoto, senza opere.
Tonino Zana

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia