La forza di Valentina: vince il tumore e arriva con il papà ai piedi dell’Everest

La vita, la morte, la malattia, il matrimonio, la fatica, il riuscire coronare il proprio sogno nel cassetto. Concetti che tutti noi generalmente sperimentiamo in maniera diluita nel corso di una vita intera.
Valentina Castelanelli, 31enne di Concesio, si è trovata a viverli tutti insieme, concentrati, nell’arco di pochi mesi. Da sempre appassionata di montagna, aveva appena finito di organizzare il viaggio dei suoi sogni per raggiungere il campo base dell'Everest a quota 5.364 metri insieme a papà Angelo, quando ha scoperto di avere un cancro al seno.
Ha la voce squillante, che trasmette un entusiasmo vivo, palpitante, mentre racconta delle prove del fuoco che ha attraversato, e l’atteggiamento di chi ha imparato cos’è la fretta di vivere, perché del domani non c’è certezza. Questo gliel’ha insegnato il tumore diagnosticato a inizio ottobre dell’anno scorso e asportato con due operazioni a settembre a dicembre dello stesso anno. Una botta tremenda, per lei, che ha dovuto affrontare una lunga e dolorosa riabilitazione e per i prossimi cinque anni dovrà anche seguire una terapia ormonale al fine di evitare recidive.
Il racconto
«Dopo l’operazione ho vissuto dei periodi tremendi di buio - racconta la 31enne, infermiera al Civile -. Finché mi sono detta basta: avevo sconfitto la malattia, mi era stata data una seconda possibilità, e volevo sfruttarla».
Così si è rimessa in piedi e ha iniziato a organizzare nuovamente il viaggio dei suoi sogni al campo base dell’Everest. «Prima di scoprire la malattia avevamo già prenotato ogni cosa, aereo incluso - spiega -. Ho ricontattato la stessa agenzia specializzata che organizza i tour e l’1 settembre di quest’anno io e mio papà siamo partiti». I diciassette giorni successivi sono «incredibili, difficilissimi e meravigliosi, l’apice della mia personale sfida con me stessa e con la montagna».

Le comodità, soprattutto superata una certa altitudine, iniziano a diradarsi sempre più per poi sparire del tutto. «Niente doccia per giorni, cellulari scarichi e mancanza di prese per ricaricarli, gambe e corpo doloranti, vertigini, stanchezza, salite che sembrano non finire mai»: la lista che fa Valentina è lunga, ma il desiderio di arrivare al campo base prevale su tutto. Anche quando, a circa 300 metri dal traguardo, papà Angelo si ferma: non ce la fa più. Dice a Valentina di proseguire da sola con gli sherpa, ma lei non ci sta. Si riposano, poi lo convince a ripartire e, quando arrivano a destinazione, si abbracciano e scoppiano in lacrime.
«Questo viaggio e la malattia mi hanno insegnato quali sono le priorità e a lasciar andare le cose che invece non lo sono» racconta la 31enne, che il 13 dicembre di quest’anno, giusto per non farsi mancare niente, ha deciso di convolare a nozze con il suo compagno.
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