«La febbre Dengue è un effetto del cambiamento climatico, ma niente allarmismi»
Il caso di febbre Dengue a Manerba del Garda rimane un caso circoscritto, ma è importante capire di cosa si tratta. Lo abbiamo chiesto a Roberto Stellini, infettivologo presso la Fondazione Poliambulanza.
Dottore, che tipo di malattia è la febbre Dengue? Dobbiamo preoccuparci?
«È una malattia tropicale determinata da quattro virus, trasmessa dalla zanzara tigre. È la zanzara infettata a trasmettere l'infezione, non c’è un passaggio interumano. Dal punto di vista sintomatologico ricorda una sindrome influenzale: febbre elevata, dolori muscolari, malessere generale, vomito e cefalea. Importante è anche la presenza di un’eruzione cutanea che si estende a tutto il corpo. Non c’è una terapia specifica, per curarla utilizziamo antinfiammatori come Brufen e Ibuprofene. In rarissimi casi può essere mortale, spesso nei soggetti particolarmente fragili e con tante patologie associate, così come succede per l’influenza».
Casi come questi saranno sempre più frequenti in futuro?
«Come tante altre malattie tropicali - dalla febbre gialla alla Chikungunya e alla febbre da virus Zika - dovremo abituarci. Questo perché ci stiamo tropicalizzando dal punto di vista climatico: questo caldo ne è la dimostrazione principale. Necessariamente verremo a contatto con una serie di virus e con una serie di infezioni che non facevano ormai più parte della nostra cultura medica».
Il rischio di comparsa di queste malattie nel Bresciano è molto alto?
«Non creiamo allarmismi. Fortunatamente i casi che abbiamo segnalato e che sono in atto - come l’ultimo caso di Manerba del Garda-, riguardano persone di ritorno da un viaggio all'estero in un paese tropicale, e che quindi hanno acquisito l'infezione là. È stato segnalato in queste ore un possibile caso di Dengue autoctono nella provincia di Lodi, però è tutto ovviamente da verificare. La situazione non è assolutamente endemica, quindi possiamo veramente stare tranquilli».
Quali soluzioni possiamo adottare per difenderci dalla Dengue?
«Nel momento in cui abbiamo la fonte documentata, cioè l'ammalato di Dengue, dobbiamo assolutamente bonificare l'ambiente dell'ammalato e la zona limitrofa alla residenza del malato stesso: circa 200-300 metri dalla zona di residenza. Questo è sostanzialmente il tragitto massimo che è una zanzara tigre può raggiungere. La bonifica è realizzata eliminando tutti i ristagni d'acqua nell’ambiente, come l'acqua che resta nei sottovasi delle nostre piante e sui balconi. Inoltre, è bene fare uso di repellenti cutanei o aerei e non sostare nei parchi».
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