La città saluta i futuri medici palestinesi

Sei ragazzi dell’ateneo arabo di Gerusalemme hanno partecipato ad uno stage al Civile
I sei studenti e la delegazione del Comune in Loggia - Foto © www.giornaledibrescia.it
I sei studenti e la delegazione del Comune in Loggia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Tareq, Yanal, Mohammad, Duha, Nimatee, Raghda e Majdal sono i sei studenti palestinesi al quinto anno di medicina dell’Università araba Al-Quds di Gerusalemme che hanno partecipato a uno stage, della durata di trenta giorni, all’Ospedale Civile. Un tirocinio che ha permesso ai futuri medici di studiare fianco a fianco con specializzandi in ortopedia, chirurgia, ostetricia, ginecologia e pediatria.

Al termine ormai della loro esperienza, i ragazzi hanno restituito pubblicamente le loro impressioni, durante una conferenza stampa in Loggia alla quale hanno preso parte anche alcuni rappresentanti delle strutture medico-formative bresciane che li hanno accolti, ospiti del presidente del Consiglio comunale Roberto Cammarata.

«È stata un’esperienza bellissima. Siamo partiti con molti dubbi e avevamo paura che le differenze culturali rendessero il nostro soggiorno complicato: ma non è stato così», concordano i giovani. «Siamo stati accolti a braccia aperte e abbiamo ricevuto un trattamento speciale sia da parte degli insegnanti che dei nostri colleghi. Inoltre siamo rimasti colpiti dai rapporti che a Brescia i medici riescono a instaurare con i pazienti», raccontano convinti di aver potuto approfondire le tecniche mediche studiate nel proprio paese apprendendone di nuove.

Questo scambio è il terzo di una lunga serie di progetti in via di sviluppo tra Brescia e la Palestina. «Dal 2007 siamo gemellati con Betlemme - ha ricordato Donatella Albini, consigliera con delega alla Sanità -. Continuiamo su questa strada cercando di darle l’importanza che merita, rafforzando i rapporti e approfondendo gli scambi socio-culturali». Il mondo della cultura «non ha barriere e la nostra università deve essere un luogo di speranza e di convivenza civile», ha commentato il rettore Maurizio Tira. Sulla costruzione di relazioni di scambio medico-scientifico come «opportunità per una crescita reciproca nonché occasioni per farci conoscere nel mondo», è tornato Ezio Belleri, direttore generale dell’Asst Spedali Civili.

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