La bonifica della Caffaro: dai Pcb ossidati alle demolizioni

Per abbattere la fabbrica servono 10 milioni: nel sito ci sono grandi quantitativi di amianto e rifiuti pericolosi
Caffaro, la fabbrica - © www.giornaledibrescia.it
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Immaginate una gigantesca siringa conficcata nel terreno. Un’iniezione letale dopo la quale, di «loro» - quei policlorobifenili che hanno sfigurato Brescia, più noti con l’acronimo di Pcb - alla fine non rimarrà che il cloro. Una pozione di ozono miscelato ad acqua ossigenata li ossiderà, abbattendoli ben oltre l’85% e, soprattutto e finalmente, battendoli in casa, sul loro terreno, in quel covo da cui tutto ha avuto inizio in sordina, fino all’esplosione della bomba d’agosto, quel «caso Caffaro» esploso nell’estate 2001 e propagatosi finora infestando tutto. Suolo, acqua, campi agricoli, rogge, falda. Bastava un’iniezione dunque? No.

Si tratta solo di una delle diverse tecniche che l’americana Aecom sfodererà sul campo per vincere la battaglia contro i Pcb, avviando, dopo diciotto anni, la bonifica del polo industrustriale di via Milano. A spiegare i dettagli e i retroscena di un’operazione epocale e inedita è stato l’ing. Gianmarco Lucchini, amministratore delegato di Aecom, durante l’audizione di ieri pomeriggio in Commissione ambiente.

Scenario. Una svolta, quella che punta alla direzione bonifica, che il sindaco Emilio Del Bono non teme di definire «epocale», perché stanare l’inquinamento alla fonte è un’impresa verso la quale nessuno, fino ad ora, si era avventurato. E adesso la Loggia è arrivata alle battute finali, insieme le più decisive e le più avvincenti: il progetto operativo di bonifica è pronto, studiato e, seppur in piccolo, testato. Letteralmente. Per due settimane, infatti, i professionisti di Aecom hanno condotto ulteriori indagini pilota sul sito, arricchendo quel piano preliminare - rimasto intatto nella sua ossatura, che prevede quel mix di tecnologie studiate ad hoc per annientare ciascun veleno - con i riscontri di prove pratiche. Tra questi, quell’iniezione di ozono e acqua ossigenata la cui efficacia è stata accertata appieno. «Questi test - spiega Lucchini - ci hanno però consentito di realizzare un dimensionamento dell’impianto, permettendoci di capire, ad esempio, quanto ozono è necessario per arrivare all’ossidazione dei Pcb nel terreno». Tanto che dopo l’appalto è stato previsto di riproporre i test su scala più ampia: pozzo per pozzo, sito per sito.

Questi studi rappresentano insomma una mappa determinante e costituiranno la «bussola» della fase operativa: «Sappiamo, ad esempio, che per quanto riguarda la falda la contaminazione più concentrata, vale a dire oltre il 90%, si riscontra entro i primi 40 metri e che quindi i veleni diminuiscono con l’aumentare della profondità». Un preventivo, quello legato al risanamento della falda, che «vale» ben 16 milioni di euro, su un conto complessivo del progetto che arriverà - come ha chiarito Moreni - a 70 milioni di euro.

L’iter. L’altra novità riguarda le demolizioni: Aecom di qui a qualche giorno consegnerà al commissario straordinario del Sin, Roberto Moreni, un progetto pensato su misura. Quel che è certo è che per radere al suolo tutti gli edifici della vecchia fabbrica serviranno 10 milioni di euro e che le strutture cadranno un po’ per volta. Un’operazione, anche questa, complessa: nel sito sono presenti «in quantitativi più che consistenti» amianto e rifiuti speciali pericolosi che dovranno poi essere smaltiti. Anche per questo l’abbattimento non andrà a «sbriciolare» le costruzioni, ma sarà condotto con le più moderne tecniche di demolizione per blocchi. Per quanto riguarda i tempi, l’iter è stato tracciato all’indomani dall’incontro che ha visto il sindaco Del Bono, l’assessore Miriam Cominelli e il commissario varcare la soglia del Ministero dell’Ambiente: il 17 luglio ci sarà la Conferenza dei servizi per tradurre in esecutivo il Pob. Parallelamente si lavorerà all’accordo di programma: per la firma di quello che sarà un atto storico il ministro Costa ha assicurato la sua presenza.AmbienteLa svolta nel Sito di interesse nazionale

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