«L'Ortomercato così non va: ripensiamolo come a Lione»

I grossisti che operano sul polo cittadino del fresco denunciano: «Struttura inadeguata, guardiamo all'esempio d'Oltralpe»
L'ortomercato di Lione-Corbas in una foto tratta dal sito ville-corbas.fr
L'ortomercato di Lione-Corbas in una foto tratta dal sito ville-corbas.fr
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«Dopo 30 anni, l’Ortomercato di via Orzinuovi deve rinascere». È questo l’appello dei grossisti che, per il piano di rilancio, prendono ispirazione dalla Francia: l’idea di una diversa impresa attenta alla territorialità e alla sostenibilità ambientale.

La Fedagro Brescia, composta da 16 dei 19 grossisti dell’ortomercato, ribadisce la necessità di rinnovare il servizio sia negli aspetti strutturali che in quelli organizzativi e di governance.

Il progetto cui ispirarsi, secondo loro, viene da Lione e più precisamente dal Marché de Gros Lyon-Corbas, un innovativo centro di distribuzione di frutta e ortaggi, nonché punto di riferimento della regione Alvernia-Rodano-Alpi. A Lione è stata costruita una nuova struttura ed è stata trasformata anche la governance: da società pubblico-privata (51% in mano a Lione) ad associazione sindacale di proprietà di ciascun singolo grossista, 23 in totale. Anche se in Italia l’asset di governance è difficilmente applicabile, il riammodernamento strutturale è per Fedrago Brescia da prendere a modello.

Nicola Marcoccio, presidente del sodalizio, conferma la volontà di riproporre il modello lionese anche nel Bresciano: «Nonostante i trent’anni di vita, la nostra struttura è obsoleta e in larga parte non attrezzata per garantire la sicurezza del lavoro» denuncia lo stesso Marcoccio. Mancano infatti le banchine per il carico e scarico e la merce viene spostata a mano, con grandi dispendi economici. A Lione-Corbas tutto è stato razionalizzato: i prodotti entrano ed escono direttamente dai magazzini refrigerati. È presente inoltre un’isola ecologica all’interno della struttura, dove viene smaltito l’80% dei rifiuti del mercato.

«In Francia hanno rimesso i commercianti al centro, con grande attenzione anche ai clienti. Il Comune di Brescia deve dirci se davvero ritiene strategico questo servizio perché così non si può andare avanti» sostengono i grossisti.

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