L’arte in metropolitana: Isgrò vi colloca la sua «Vittoria»

Inaugurata ieri l’opera donata dall’artista: occupa una superficie di 200 metri quadri
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L'INCANCELLABILE VITTORIA
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È venuto alla ribalta delle cronache artistiche mondiali per le cancellazioni disseminate ad arte e in modo compulsivo su libri, cartine geografiche, pagine, manifesti. Ma a Brescia «città sobria, che conosco bene in quanto promotrice già dagli anni Sessanta delle esperienze artistiche verbo-visive in cui ho militato» Emilio Isgrò ha donato gratuitamente l’«Incancellabile Vittoria».

Visibile da ieri sulla parete nord all’ingresso della fermata «Stazione FS» della metropolitana bresciana, l’opera è composta da 205 pannelli in fibrocemento fresati e collocati su una superficie di 200 mq.

L’inaugurazione è parte integrante del palinsesto di appuntamenti culturali in onore del ritorno in città della Vittoria Alata, bronzo romano reduce dai ben noti due anni di restauro all’Opificio delle pietre due dure di Firenze.

Riferimenti al classicismo nella moderna metro cittadina: «L’opera accoglierà turisti e bresciani nel punto d’ingresso alla città», ha motivato Flavio Pasotti, presidente Metro Brescia, e lo farà «risemantizzando in chiave contemporanea il simbolo del patrimonio storico-archeologico che vogliamo valorizzare», gli fa eco la presidente di Fondazione Brescia Musei, Francesca Bazoli.

Sui precedenti italiani ed internazionali che legano arte e metrò ha fatto un rapido excursus il curatore dell’operazione Marco Bazzini: «Dai musicisti nei sottopassi, alla fertile stagione del graffitismo anni Ottanta con le parabole di Keith Haring e Jean-Michail Basquait iniziate proprio nella New York underground, Brescia segue l’esempio di città come Napoli, Vienna o Stoccolma, note per le installazioni artistiche in metropolitana».

L’operazione è avvenuta in giorni dove di trasporto pubblico si parla in relazione al dato lombardo e nazionale sui contagi da Covid-19: «A Brescia ci troviamo nel mezzo tra la messa in cantiere di una grande infrastruttura come la rete tramviaria e la delicata gestione dei trasporti legata al contingente», precisa infatti Carlo Scarpa, presidente di Brescia Mobilità, ma per il sindaco Del Bono resta comunque importante il fattore culturale «come architrave nella costruzione di un’identità. Siamo una città di provincia che, anche grazie ad operazioni come questa, cerca di non essere provinciale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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