Invalido dopo uno schiaffo: concessi in appello tredici mesi di sconto

La difesa chiede la trasformazione della pena dell'operaio 40enne in lavori socialmente utili
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Tredici mesi di sconto, con la prospettiva di scontare la pena con lavori socialmente utili. È questo il verdetto con il quale si è chiuso il processo di appello nei confronti del 40enne operaio accusato delle lesioni gravissime e permanenti inflitte a un 56enne di Castenedolo, reo di avere aizzato il cane contro la cognata, di averla minacciata con il tizzone di una sigaretta e di averla così spaventata a morte.

Il nuovo verdetto è frutto del concordato in appello sul quale si sono accordati il difensore dell’imputato, l’avvocato Luigistelio Becheri, e il sostituto procuratore generale. Quest’ultimo ha chiesto che, a differenza di quanto accaduto in primo grado, le attenuanti generiche fossero riconosciute in una ampiezza tale da elidere le aggravanti e di creare lo spazio per la concessione dello sconto di pena. Da premiare per il sostituto pg la condotta processuale e successiva al processo di primo grado, soprattutto gli sforzi dell’imputato di liquidare la provvisionale immediatamente esecutiva di 150mila euro comminata dal Tribunale.

Sull’eventuale esecuzione di lavori socialmente utili, nei quali potrebbe essere commutata la pena, in assenza di un protocollo, si dovrà esprimere l’Ufficio dell’esecuzione penale. Sotto la lente la fattibilità di un programma di 2.060 ore di volontariato, da «scontare» al ritmo di due ore al giorno.

La vicenda

In attesa di conoscere la fase esecutiva, la sentenza di ieri ha fatto scendere il sipario sulla terribile sequenza registrata a Castenedolo una sera di settembre di tre anni fa. Una sera apparentemente come tante altre almeno fino a quando il 56enne, che è a spasso con il cane, non si trova a tu per tu con la cognata dell’imputato e decide, magari per scherzo, di aizzarle la bestia contro. Spaventa la donna e - sempre secondo la versione di quest’ultima - la minaccia anche con il tizzone della sigaretta.

La signora rientra in casa e racconta tutto al marito della sorella: l’imputato. Il 40enne decide di non lasciar cadere l’episodio nel nulla e, accompagnato dalla cognata, si presenta al campanello del proprietario del cane. Il tempo che si apra la porta e la discussione si fa accesissima. Accesissima e breve. L’imputato la liquida con un ceffone dalle conseguenze terribili. Il 56enne cade a terra e batte violentemente il capo. I danni cerebrali sono notevolissimi. Al risveglio l’invalidità è irreversibile.

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