Intervento al cuore, danni al cervello: aperta un'inchiesta

La Procura di Brescia ha acceso i riflettori su una vicenda medica di un anno fa
Sala operatoria - Foto di repertorio
Sala operatoria - Foto di repertorio
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Dovranno spiegare perché dopo l’intervento chirurgico al cuore il paziente ha subito un danno cerebrale permanente. Così la Procura di Brescia ha acceso i riflettori su una vicenda medica di un anno fa. 

L’equipe del professor Claudio Muneretto che il 6 ottobre 2014 ha operato un sessantenne di Rovigo nella sala operatoria del reparto di cardiochirurgia universitaria degli Spedali civili di Brescia è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia.

Sette persone in tutto, tra medici ed infermieri presenti quel giorno in sala operatoria, per i quali il pubblico Ministero Carlo Pappalardo ipotizza il reato di lesioni gravissime. Due dei sette avvisi di garanzia sono stati notificati l’altro giorno direttamente in sala operatoria; all’arrivo della polizia giudiziaria infatti due dei coinvolti nell’inchiesta erano impegnati in un intervento chirurgico che hanno dovuto interrompere per firmare la ricezione dell’avviso di garanzia. 

A denunciare il fatto è stata la moglie del paziente veneto, sempre presente a Brescia in ospedale nei giorni del ricovero, e diventata nel frattempo curatore speciale del marito che attualmente è in stato vegetativo. Invalido al 100% e incapace di intendere e volere. 

La donna ha puntato il dito contro i medici e chiede alla Procura di fare pienamente luce sulla vicenda che ha cambiato per sempre le sorti della sua famiglia. Per la signora qualcosa sarebbe andato storto in sala operatoria nel corso dell’intervento di sostituzione dell’arco aortico al quale era stato sottoposto il marito. 
 

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