Interrogazione parlamentare per «il rispetto dei cacciatori»

Alcune associazioni venatorie chiedono la garanzia delle tutele durante le perquisizioni
Due cacciatori - © www.giornaledibrescia.it
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Il mondo venatorio lombardo chiede rispetto e riconoscimento della dignità. Se ne fa interprete una interrogazione parlamentare di una deputata lombarda sull’operato della Soarda (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali dei Carabinieri Forestali) e degli ausiliari o volontari che li accompagnano.

Un forte presa di posizione sostenuta dall'avvocato Alberto Scapaticci che rappresenta diverse associazioni del mondo venatorio, tra cui Acl, e che ha voluto porre l'accento sul tema dei controlli e delle perquisizioni da un lato e su quello della custodia dei volatili sequestrati dall’altro.

La situazione

Una premessa è d’obbligo: «Sono un avvocato e in passato ho difeso anche dei carabinieri. Non sono contro le divise ma contro chi commette abusi, non voglio delegittimare l’istituzione e il suo operato ma solo le persone che non rispettano la legge», spiega Scapaticci. Per l’avvocato «non si può generalizzare che bresciani e bergamaschi sono tutti bracconieri. Bisogna che siano condannate le persone riconosciute colpevoli e tutelate tutte le altre».

Perquisizioni

Scapaticci non usa mezzi termini: «Non si possono accettare comportamenti da sceriffi. Anche nei confronti dei peggiori pregiudicati sono fissate regole e tutele che vanno rispettate. E a maggior ragione nei confronti di soggetti incensurati come sono i cacciatori in attività. Se avessero precedenti, non potrebbero avere la licenza di caccia». Nello studio dell’avvocato bresciano sono arrivati video e testimonianze in cui è evidente «che non è stato chiesto il nome dell’avvocato o spiegato il diritto all’assistenza legale prima che fosse eseguita la perquisizione. In un sistema corretto controllori e controllati rispettano tutti le stesse regole. E non è sempre accaduto».

Sequestri

Un’altro tema caro all’avvocato è quello degli anellini. «Vengono definiti bracconieri cacciatori o allevatori che appongono anellini irregolari agli uccelli da richiamo allevati in cattività e ritenuto fuori norma. Ma i controlli vengono fatti a occhio e senza strumenti. La legge prevede che il proprietario posso essere nominato custode e, una volta riconosciuto colpevole, scatti la confisca».

Invece le associazioni venatorie assistite da Scapaticci hanno «assistito a sequestri preventivi finiti malissimo. Quando poi è stato dimostrato in aula che gli anellini erano regolari gli uccellini che sono stati restituiti erano morti oppure non erano più disponibili perché rimessi in libertà, senza considerare che essendo stati allevati in cattività non hanno la capacità di stare in natura e la maggior parte muore poco dopo». Secondo Scapaticci insomma «gli accertamenti sull’attività dei cacciatori non possono diventare sentenze e devono essere svolti nel rispetto di tutte le garanzie previste nei casi in cui si sospetti sia stato commesso un reato».

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