Insieme, con un pasto finalmente caldo: Natale alla Mensa Menni
Non ci sono i poveri, non ci sono i senzatetto, non ci sono categorie. Ci sono le singole persone, ciascuna con la propria storia, con le proprie difficoltà. E quando queste diventano troppo grandi il rischio di finire ai margini, senza poi uscire dalla spirale, è concreto.
Ci sono le persone, come quelle che a Natale hanno mangiato alla Mensa Menni nel pranzo destinato ai bisognosi. Lasagne, arrosto, cotechino, contorni e dolci: tutto rigorosamente accompagnato dall’acqua, perfetta per un brindisi in un giorno che nonostante tutto riesce a essere speciale. Per l’annunciata abolizione della povertà bisognerà ripassare più avanti, pare.
Quest’anno gli ospiti erano almeno 160, divisi in più turni. I primi sono entrati poco prima di mezzogiorno, per poi lasciare posto ad altri. Tutti lì, assieme, nella grande sala di via Vittorio Emanuele II, in città. A servirli gli operatori della Caritas, ma anche volontari come i rappresentanti dell’associazione industriale bresciana, compreso il presidente Giuseppe Pasini.
Tra i commensali è arrivato il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, convinto che il fare comunità aiutandosi tra gli uomini sia al centro dei valori che il Natale porta con sé. E il lavoro della Mensa Menni non si esaurisce certo in un giorno. Sono circa 50 mila i pasti distribuiti lo scorso anno a 1.200 persone, un dato che si accompagna all’aumento dei senzatetto bresciani registrato dalla Caritas. La povertà colpisce indiscriminatamente, basti pensare che una famiglia su quattro vive con meno di 11 mila euro all’anno.
Basta poco, dunque, per ritrovarsi senza una rete di protezione, come si vede bene tra chi, in coda per ricevere il pasto, ci chiede se conosciamo qualcuno che cerca un carpentiere o un fabbro. Oppure tra chi non nasconde le proprie debolezze, e come potrebbe?, ma non rinuncia a un augurio di buon Natale. Tendiamo forse a sottovalutarlo perché questo rito si compie ogni anno, ma sarebbe ingiusto: il figlio dell’uomo siede anche qui, con la giacca a vento, la cuffia, le scarpe logore e un pasto finalmente caldo.
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