Infermiera bresciana tra le macerie: «Una scena impressionante»

È il racconto di Ausilia Moscardi, infermiera del 118 di Brescia e membro dell’Usar, partita un'ora dopo il crollo
L'intervista all'infermiera bresciana Usar
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«Appena arrivata sul posto la prima sensazione è stata di incredulità. Vedere quel ponte crollato è una scena veramente impressionante».

È il racconto di Ausilia Moscardi, infermiera del 118 di Brescia e membro dell’Usar (Urban Search and Rescue) unità d’intervento composta da vigili del fuoco e sanitari specializzata nelle attività di soccorso in macerie. A meno di un’ora dal crollo del ponte Morandi di Genova da Brescia e dalla Lombardia sono partite diverse squadre Usar per intervenire a sostegno delle vittime colpite dal dramma.

Secondo gli ultimi aggiornamenti sarebbero 39 le vittime accertate, 3 delle quali non sono state ancora identificate. Tra le vittime anche un bambino di 8 anni e due adolescenti di 12 e 13 anni. Oltre 400 le persone costrette a lasciare la propria abitazione, numero provvisorio visto che sono ancora in corso le valutazioni sugli sgomberi.

A pochi minuti dal dramma la macchina dei soccorsi era già all’opera e in breve anche a Brescia è giunta la chiamata: quella per 10 vigili del fuoco dell’unità Usar Lombardia, composta in totale da 36 specialisti della ricerca tra le macerie. Forti di strumenti speciali - dalle «search cam» (micro telecamere che possono essere inserite anche tra gli spazi angusti compresi tra le macerie), sino a geofoni, termocamere - ma anche di strategie di ricerca che non escludono neppure il ricorso ai social network per raccogliere informazioni preziose sulla presenza o sulla posizione delle presunte vittime.

Tutti già all’opera, angeli tra le macerie, pronti a strappare alle tonnellate di calcestruzzo e ferro, vite travolte da una sciagura che pare incredibile.

 

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