Indignarsi non costa nulla

«Forse il pudore è quello che dovrebbe farci sentire dei somari per quanto ormai sappiamo vivere solo in superficie»
Una manifestazione ad Atlanta negli Stati Uniti a sostegno dell'Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Una manifestazione ad Atlanta negli Stati Uniti a sostegno dell'Ucraina - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Sui social, tutto è bianco o nero, ci sono i buoni e i cattivi, c’è il giusto e lo sbagliato. Tutto è privo di implicazioni. Perché perdere tempo con l’elaborazione di un pensiero? Ciò che conta, è l’indignazione un tanto al chilo.

E così, a esempio, nei primissimi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina, coloro che sono soliti giudicare e cambiare il mondo dal divano, non avevano perso l’occasione di travestirsi da cacciatori di senso del pudore. In quei giorni era infatti in atto la Milano Fashion Week. E come potevano permettersi modelle, stilisti e per pensare di svolgere il loro lavoro in quelle circostanze?

Perché lo sanno tutti che la vita va avanti, sempre e nonostante tutto: purché sia però solo per chi svolge un’attività «sobria», che non stoni con una tragedia. Che tuttavia pare abbia già stufato: perché anche l’indignazione ormai è bella se dura poco e non deve scavare in profondità.

Viviamo in un’epoca che ci ha gravemente disabituati ad attribuire un peso alle parole e ai fatti, persino a quelli inimmaginabili come una guerra sull’uscio di casa. Forse allora, il pudore, è quello che dovrebbe farci sentire dei somari per quanto ormai sappiamo vivere solo in superficie. «Ma in che mondo viviamo?» siamo soliti domandarci quando il mondo viene travolto da un dramma. Probabilmente in quello che contribuiamo ogni giorno a costruire a forza di fare spallucce. E di banalizzare tutto. Soprattutto il male.

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