Inchiesta Finlombarda, crediti agevolati sotto la lente

Secondo i pm Marco Nicolai e Danilo Maiocchi erano collegati a società che facevano consulenza per ottenere i finanziamenti
Palazzo Lombardia, sede della Regione - © www.giornaledibrescia.it
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Spunta il nome di Mario Cesaroni, il presidente di Confapi Milano, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, nell'inchiesta dei pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini nell'ambito dell'inchiesta su una presunta gestione opaca di finanziamenti agevolati concessi da Finlombarda a medie e piccole imprese. 

Cesaroni, anche lui tra le persone che l'altro giorno hanno ricevuto la visita della Guardia di Finanza di Varese, risulta indagato per corruzione in uno dei filoni dell'indagine in concorso con Marco Flavio Cirillo, un consigliere della cassaforte del Pirellone ed ex sottosegretario all'ambiente del Governo Letta. 

Cirillo, che è anche ex sindaco di Basiglio, in concorso con Cesaroni e in cambio di denaro «si sarebbe speso per condizionare i funzionari di Finlombarda per finanziare società amiche» per via delle sue relazioni con imprenditori in contatto con Confapi.

A quanto si apprende, inoltre, martedì scorso le Fiamme Gialle, nel corso delle perquisizioni, hanno sequestrato una serie di documenti a Danilo Maiocchi, direttore generale dello Sviluppo Economico di Regione Lombardia ed ex dg della Loggia. Maiocchi è indagato per truffa con l'ex direttore generale di Finlombarda e attuale direttore dell’Associazione industriale bresciana, Marco Nicolai, in un altro filone dell'indagine. Durante i controlli sono stati sequestrati una serie di documenti, tra cui anche bilanci, relativi all'attività di Europartner, il gruppo a lui riconducibile e che avrebbe svolto un ruolo di mediatore-consulente per portare a buon fine le richieste di fondi pubblici. 

Il dg spiegando ai finanzieri il motivo per cui fosse in possesso di tali carte, avrebbe detto di averle nel cassetto in quanto «mi sono stati chiesti consigli da un amico che conosco da trent'anni», dai tempi dell'università, e che già da 12 anni ha preso il suo posto. 

«Il mio assistito - ha spiegato il difensore, l'avv. Paolo Tosoni - nega decisamente di essere socio occulto di Europartner e altre società e di aver mai agevolato alcuna impresa. Inoltre ha sempre rispettato le procedure, per altro complesse, per l'erogazione dei fondi».

Per i pm il numero uno dello Sviluppo Economico da un lato avrebbe avuto il ruolo di pubblico ufficiale dell'ente regionale che ha erogato i fondi e redatto i bandi come «Made in Lombardy» o «Credito Adesso», dall'altro sarebbe stato «socio occulto» del gruppo che, tramite le controllate Europartner Service e Europartner Finance, ha svolto attività di consulenza alle piccole e medie imprese con un compenso, qualora la pratica fosse andata a buon fine, del 2 per cento rispetto al finanziamento richiesto. 

Un meccanismo non molto diverso è stato ipotizzato per Nicolai, il quale, per inquirenti e investigatori, sarebbe dietro il Gruppo Imprese srl, che controllerebbe il 90 per cento di NB, società il cui rappresentante legale risulta essere la moglie dello stesso Nicolai

In più dall'inchiesta, che è ancora agli inizi, emerge che l'ex dg della finanziaria della regione e sempre la moglie, dal 2013 sarebbero titolari di fatto di GFinance altra società che si occupa del reperimento di fondi pubblici e risorse finanziarie a sostegno di progetti di imprese e che ha sede a Brescia. 

Gli accertamenti al momento riguardano 485 imprese, alcune delle quali dopo aver ottenuto i crediti agevolati, stando alle indagini, o sono fallite o non hanno restituito i finanziamenti contribuendo a far lievitare i «crediti deteriorati» di Finlombarda. 

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