In otto mesi calano vittime ed infortuni sul lavoro

Da gennaio ad agosto di quest’anno i morti sono diminuiti del 26,4%, gli infortuni del 9,6%
25 MORTI DI LAVORO IN 8 MESI
AA

È la giornata dedicata alle vittime degli incidenti e delle malattie sul lavoro. L’Anmil, l’Associazione mutilati e invalidi del lavoro di Brescia, ha rinnovato la memoria delle vittime del lavoro con una cerimonia, ieri, al monumento ai Caduti di via Benedetto Croce, davanti alla sede Inps in città. L’appuntamento ricorda una piaga, quella degli infortuni, che costantemente vede aggiornati i propri tristi numeri. «Uno stillicidio - ha ribadito il presidente provinciale Roberto Valentini - che anno dopo anno copre di dolore i cantieri, le fabbriche e più in generale i luoghi di lavoro del nostro Paese».

I numeri

Secondo i dati diffusi, derivanti dall’elaborazione Anmil su dati Inail, per la provincia di Brescia, da gennaio ad agosto 2021, sono stati denunciati 8.744 casi (erano 9.669 nello stesso periodo del 2020), i più alti tra le province lombarde dopo Milano che segna ben 20.729 denunce. Il numero è inferiore del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 «perché questa volta - ha precisato il presidente Valentini - non sono stati inclusi tutti gli episodi legati alle patologie derivanti dal Covid; ma questo non significa che l’anno in corso non sia drammatico». Sempre secondo i numeri di Anmil, nel Bresciano, nello stesso periodo, erano 34 le vittime a fonte delle 25 di quest’anno, a cui vanno aggiunti gli ultimi eventi luttuosi delle settimane successive. Il capitolo significativo delle malattie professionali segna, nel 2021, 317 nuovi casi contro i 373 del 2020. Un numero ben più alto di tutte le altre province, Milano compresa che ha registrato 294 casi contro i precedenti 253.

La denuncia

«Siamo tornati quasi ai livelli degli anni Sessanta - ha ribadito il presidente provinciale di Anmil -. Tutte le morti e gli incidenti di questi mesi sono il segno evidente che qualcosa non sta funzionando, che troppe situazioni sfuggono alle maglie del controllo». «Non c’è cultura della prevenzione nelle aziende - si legge nella relazione di Anmil -, dove i rischi comunque prevedibili continuano a provocare tragici incidenti. Non c’è rispetto per le persone che hanno il diritto di lavorare in sicurezza e tornare a casa ogni giorno dalle proprie famiglie. Non possiamo star fermi a guardare ed oggi chiediamo a gran voce che si faccia di più per combattere questa piaga vergognosa».

L’Anmil è in prima linea per la formazione e la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Lo fa attraverso la testimonianza dei soci (a Brescia sono 6mila e ben 15mila i titolari di rendite), sempre disponibili a mettere la loro esperienza a disposizione, offrendo supporto alle istituzioni.

L’accordo

Notizia di questi giorni è l’accordo stipulato con l’Ufficio scolastico provinciale per studiare le modalità di incontro con i ragazzi che, anche in giovanissima età, possono imparare comportamenti e attenzioni che saranno preziose quando accederanno al mondo del lavoro. Dal 1979 Anmil è riconosciuta come un ente morale con personalità giuridica di diritto privato cui è affidata la tutela e la rappresentanza delle vittime di infortuni sul lavoro, delle vedove e degli orfani dei caduti. Presta assistenza promuovendo iniziative tese a migliorare la legislazione in materia di infortuni sul lavoro e di reinserimento lavorativo, offrendo numerosi servizi di sostegno personalizzati in campo previdenziale ed assistenziale. «Non dobbiamo accettare che la crescita dei posti di lavoro si traduca in un aumento degli infortuni - ha affermato la direttrice dell’Inail Brescia, Santa Picone -. Lo stesso vale per le malattie denunciate, grazie alla sensibilizzazione». Un piccolo passo in avanti, quindi, è stato compiuto ma, per i vertici dell’Anmil c’è ancora molto da fare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia