In memoria del Telegatto

Come si distrugge senza pietà un mito
Alessandro Cecchi Paone protesta durante i Telegatti
Alessandro Cecchi Paone protesta durante i Telegatti
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Due sono le colonne sonore dei migliori anni della nostra vita recentemente passata: «Perché Sanremo è Sanremo», pezzo memorabile dell’indimenticabile Pippo Caruso (è sigla dei più sontuosi festival orgogliosamente nazionalpopolari condotti da Pippo Baudo) e «Sorrisi is magic», pacchianissimo (e quindi stupendo) motivetto che apriva la serata della consegna dei Telegatti.

Il gran galà veniva trasmesso solitamente a maggio e iniziava con l’arrivo delle star (da tutto il mondo, un anno c’era Michael Jackson, per dire), poi via allo show che faceva impallidire la Notte degli Oscar (quella dei tempi d’oro, mica quella insipida dei nostri tempi). I Telegatti erano i premi della tv ma venivano assegnati a tutti i protagonisti della vita pubblica, e che protagonisti. Prendiamo una copertina a caso di Sorrisi e canzoni (settimanale che organizzava l’evento), ecco alcuni dei premiati: Corrado, Zucchero, Enzo Biagi, Vittorio Gassman, Gianluca Vialli. E Giulio Andreotti.

Ogni anno Mike Bongiorno si pavoneggiava per la sua collezione di Telegatti bisticciando amabilmente con i rivali, e già questo valeva la serata. Un anno Alessandro Cecchi Paone è salito sul palco come una furia inveendo contro il Grande Fratello, poi è finito affamato sulla spiaggia dell’Isola dei famosi. Perché la vita è spietata. Anche con i miti.

E così il Telegatto smaltato in oro è stato riproposto in plastica riciclata, realizzato con stampanti 3D (non capisco la specifica, ma va beh) e in osceni colori giallo, blu e fucsia. L’unica cosa più triste che mi viene in mente è lo spiedo vegano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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