In 60 anni a Brescia le temperature sono aumentate di 2,5 gradi

Il 12 dicembre 2015, a Parigi, 195 Paesi trovarono un’intesa per cercare di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto all’epoca pre-industriale, con l’impegno a ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai valori del 1990. Ma quella soglia di 2 gradi, nel Bresciano, è già stata superata. Basta analizzare i dati del programma Copernicus. L’iniziativa promossa dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della Commissione europea ha messo in orbita una serie di satelliti e sensori di terra e di mare che, tra le altre cose, ci aiutano a conoscere nel dettaglio l’andamento delle temperature.
Ebbene, rispetto alla media degli anni ’60 negli ultimi 10 anni (2009-2018) le temperature nel Bresciano sono salite di 2,56 gradi centigradi. La nostra provincia è uno dei territori italiani dove le temperature sono cresciute di più: è infatti al 18esimo posto di questa speciale classifica, guidata da Brindisi (+3,12° C), Roma (+3,08° C) e Sondrio (2,98° C). World Earth Day.
La banca dati di partenza è quella dell’Uerra, un dataset prodotto da Copernicus e dal centro europeo per le previsioni metereologiche (Ecmwf). I dati sono stati elaborati per ricavare i valori della temperatura media stimata nei due decenni presi in esame (1961-1970 e 2009-2018), così da calcolare la variazione avvenuta. Per ogni Comune si è poi tenuto conto della densità urbana e della conformazione del litorale. I risultati, elaborati da Obc Transeuropa per lo European Data Journalism Network (EdjNet), dicono che in oltre 35.000 comuni europei la temperatura media è aumentata di oltre 2°C negli ultimi cinquant’anni. Al contrario, solo 73 dei 102.445 comuni analizzati hanno visto una diminuzione della temperatura media, comunque limitata a pochi decimi di grado. La mappa.
Nel Bresciano l’incremento medio è stato di 2,56 gradi. Solo Borno (+1,55° C) e Collio (+1,97°C) sono rimasti sotto i 2 gradi centigradi. Venti Comuni mostrano invece un incremento superiore ai 3 gradi, con i picchi registrati nella media Valcamonica, Berzo Demo, Sellero, Cedegolo, Cevo, dove la crescita è stata di 3,66° C. In termini assoluti i Comuni più caldi sono quelli gardesani: nel basso lago, da San Felice a Sirmione, si sfiorano i 15 gradi di temperatura media, mentre sono Temù e Ponte di Legno i paesi più freddi, 2,78° C la temperatura media annuale. Negli anni 60 era sotto zero. La temperatura cresce di più nelle valli e nelle località montane mentre l’incremento è più contenuto in pianura.
Partendo dal presupposto che i dati sono frutto di un modello e non di rilevazioni giornaliere e capillari eseguite sul territorio nel corso degli ultimi sessant’anni, è chiaro che stiamo parlando di un modello che funziona in modo efficace sulle grandi dimensioni, come il continente europeo. «Si tratta di una stima modellistica - spiega la professoressa del dipartimento di Ingegneria dell’Università degliStudi di Brescia, Marialuisa Volta -, non ci si deve aggrappare al valore decimale, ma certamente ci dà l’idea di cosa sta succedendo». È certo dunque che le temperature stiano aumentando e sono diverse le ipotesi che si possono avanzare per spiegare i cambiamenti a livello locale.
Nella media valle Camonica l’incremento potrebbe ricollegarsi a una contrazione dell’innevamento sulle cime, mentre in pianura un minor aumento delle temperature medie nel tempo potrebbe ricollegarsi a una cementifazione e un consumo del suolo più contenuto rispetto ad altre zone della provincia, come l’hinterland o la Franciacorta.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
