Imu, nel Bresciano prelievo da 400 milioni

Cala il Pil, ma le entrate dello Stato crescono. Merito soprattutto dell' Imu, dei pensionati e dei lavoratori dipendenti. La tassa sugli immobili ha fatto la differenza con la prima rata e la farà a fine anno con il conguaglio del 17 dicembre.
La provincia di Brescia «contribuirà» all'incasso, che sarà ripartito fra Stato e Comuni, con circa 400 milioni di euro. Un importo considerevole che sarà versato dai proprietari delle 694mila abitazioni accatastate, ma anche dagli oltre 48mila immobili destinati ad ospitare attività artigianali e industriali. E non si dimentichi il commercio, che conta oltre 36mila negozi. Il solo Comune di Brescia conta di intascare quasi 79 milioni di euro e di girarne altri 35 allo Stato.
Lo scenario che si apre per fine anno non è confortante soprattutto per chi è proprietario di una seconda casa che, se dipendente, dovrà in pratica «girare» la tredicesima sul modello F24 del saldo. E non parliamo necessariamente di persone ricche. Basta aver ereditato un immobile per trovarsi nei pasticci, poiché l'Imu non ha la caratteristica della progressività, quindi non fa distinzioni fra chi possiede uno o cento.
Non ci vorrà molto prima di dover prendere atto che, in ragione di importi più onerosi rispetto alla vecchia Ici, vi saranno rincari a raffica sulle locazioni, almeno di quelle non concordate o calmierate.
I Comuni sono in buona parte beneficiari degli introiti dell'Imu, salvo che per la seconda casa e altri immobili. In questo caso la ripartizione deve essere indicata nell'F24 o nei bollettini di pagamento. Se l'aliquota è dello 0,76%, la ripartizione enti locali-Stato è dello 0,38% a testa, la quota oltre lo 0,76% spetta tutta ai Comuni che in molti casi hanno deciso non andarci leggeri, allo scopo dichiarato di sopperire, almeno in parte, ai tagli della spending review. Verificando la tabella elaborata dal Caf delle Acli che pubblichiamo a fianco, nella quale sono riportate le aliquote fissate dai 206 Comuni bresciani, possiamo considerare come la maggioranza delle Amministrazioni, ovvero 124, abbiano limitato l'aliquota allo 0,4%. Al contrario, ben 141 Comuni hanno avuto la mano pesante sulla seconda casa, con 15 «picchi» dell'1,06%.
Ricordiamo infine che col saldo di dicembre - come spiega Marco Valenti, dottore commercialista in Brescia - c'è anche l'opportunità di sanare, con ravvedimento operoso, eventuali errori commessi a causa delle molte incertezze che hanno contraddistinto l'introduzione dell' Imu. In questo caso dovrà essere applicata una mini-sanzione del 3,75%, oltre ad interessi legali (tasso del 2.5% annuo, ridotto al 1,25% per il periodo intercorso tra 18.6 e 17.12), da calcolarsi solo sull'eventuale minor importo determinato dall'errore che si intende sanare, ovvero sullo scarto fra il primo calcolo e la differenza determinata dall'errore medesimo.
Claudio Venturelli
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