Imu, Irpef e Tari, il tesoro che tiene in piedi i Comuni bresciani: tutti i dati

Il Garda, con 9 milioni di turisti, trionfa in classifica, Limone al top. Dopo la città c’è Desenzano che incassa quasi 25 milioni
Una veduta del lago di Garda - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta del lago di Garda - © www.giornaledibrescia.it
AA

Se il Garda bresciano fosse una regione grazie alle entrate dei Comuni per le imposte garantite dal turismo (secondo la rilevazione fatta da Open Polis), sarebbe seconda solo alla Valle d’Aosta. E se invece fosse una grande città, lascerebbe indietro proprio tutte le altre. Ma anche Ponte di Legno e Temù vantano un tesoretto derivante soprattutto dalle seconde case, che superano il numero dei residenti.

In media, i diciassette Comuni che possono essere inseriti nell’ipotetica regione «Benaco Brescia» hanno un incasso pro capite pari a 1.076,30 euro, dal big Limone, che ne incassa 3.412,54, al micro Puegnago, che invece si ferma a 534,87 euro (gli altri Comuni sono: Desenzano, Gardone, Gargnano, Magasa, Manerba, Moniga, Padenghe, Polpenazze, Salò, San Felice, Sirmione, Soiano, Toscolano, Tremosine, Valvestino).

Dall’analisi dei bilanci comunali risulta che un quarto delle entrate dei comuni provengono da tasse e imposte. Per quanto riguarda i dati che riportiamo nella mappa qui sotto e che riguardano tutti i comuni della provincia di Brescia, le entrate fiscali delle amministrazioni sono composte da tre principali imposte: l’imposta municipale propria (Imu), la tassa sui rifiuti (Tari) e l’addizionale comunale all’Irpef. A queste si aggiungono i trasferimenti non fiscalizzati e le entrate a titolo di fondo di solidarietà comunale, con l’obiettivo di ridurre le differenze. Sono inoltre incluse altre fonti di entrata tradizionali come ad esempio l’imposta di soggiorno e i diritti sulle affissioni pubblicitarie.

Il lago di Garda è molto ricco

Analizzando i dati della provincia di Brescia colpisce, appunto, la situazione dei Comuni del lago di Garda. Con l’incasso medio pro capite la «regione del Garda» è seconda solo alla Valle d’Aosta, lo si diceva: lì le amministrazioni registrano entrate medie pro capite per 1.138,79 euro. Dietro ci sarebbero la Liguria (882,18 euro) e la Toscana (688,43 euro). Quanto alle grandi città, il Benaco supererebbe addirittura Venezia, che Open Polis piazza al primo posto con 993 euro pro capite. Curiosità: l’incasso complessivo dei diciassette Comuni gardesani è pari a 92.566.909 milioni di euro, per un totale di 88.749 cittadini residenti (Venezia, citando ancora la Serenissima, ha 261.321 residenti e incassa in totale 250.401.610,29 milioni di euro).

Vediamo qualche dato nel dettaglio. Desenzano si conferma secondo polo della provincia dopo la città di Brescia non solo per numero di residenti (28.982; Brescia è a quota 196.745), ma anche per imposte, tasse e proventi assimilati: le entrate complessive ammontano a 24.790.084,12 euro, Brescia supera abbondantemente i 134 milioni di euro. Questo però non si traduce in un carico più pesante per i cittadini: con un incasso pro capite pari a 852,10 euro Desenzano si piazza appena sotto la metà della classifica dei Comuni gardesani (11esimo posto su 17), ma nella parte alta di quella generale della provincia (19esimo posto su 205).

Sopra Desenzano, nella classifica che riguarda i paesi del lago, ce ne sono un bel po’: di fatto tutti i Comuni rivieraschi escluso Salò, che con 849,65 euro è subito sotto Desenzano.

Da dove arrivano questi risultati? Per Flaviano Mattiotti, sindaco di Manerba e presidente dell’Unione dei Comuni della Valtenesi, la risposta è chiara: «Dal turismo, dall’attrattività del nostro territorio che cuba 9 milioni di presenze, dal dinamismo del mercato immobiliare che si traduce in numerose seconde case, tassate in ben altro modo rispetto alle prime».

Il caso di Limone

Una veduta di Limone - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di Limone - © www.giornaledibrescia.it

È Limone sul Garda, con un gettito fiscale locale complessivo di quasi 3,9 milioni, il Comune che incassa di più per ogni abitante: 3.412 euro annui. Un dato che non sorprende: pur contando poco più di mille abitanti, per la precisione 1.174, il paese altogardesano è un vero e proprio colosso turistico, con 1,2 milioni di presenze annue che garantiscono introiti importanti dall’imposta di soggiorno. E da qui deriva infatti gran parte del gettito fiscale locale.

«Seconde case a Limone ce ne sono poche – dice il sindaco Antonio Martinelli – e il grosso del gettito arriva dall’imposta pagata dai turisti». Per questa sua caratteristica di borgo totalmente dedito alla ricettività, Limone vanta altri record. È il primo paese in Italia per «pressione turistica», ovvero per numero di presenze in rapporto al numero di abitanti, ed è l’unico Comune italiano che registra più di un milione di presenze ogni mille abitanti (per restare sul Garda, dopo Limone c’è Lazise, che registra circa 500mila presenze ogni mille abitanti). 

Un altro primato limonese è rappresentato dal fatto che in paese, in stagione, si contano più lavoratori che residenti. A Limone – dove si trovano ben 7mila posti letto, di cui 6mila alberghieri, distribuiti in 116 strutture ricettive – lo scorso anno, a fronte di poco più di 1.100 residenti, c’erano 1.681 addetti privati. 

Un esercito di lavoratori reclutati da alberghi, campeggi, bar, ristoranti e negozi. Alcuni sono limonesi, ma la maggior parte arriva dai paesi vicini, oppure dal sud Italia, dalla Croazia, dall’Est Europa. La grande richiesta di forza lavoro del settore turistico si riflette sul tasso di occupazione, che a Limone è il più alto di tutta la provincia: il 93,41% della popolazione tra i 15 e i 64 anni è occupata, a fronte di una media nazionale del 61,51%. 

In Valcamonica le seconde case rendono più degli alberghi

Ponte di Legno - Foto © www.giornaledibrescia.it
Ponte di Legno - Foto © www.giornaledibrescia.it

Piccolissimi paesi di montagna, ma dalle grandissime entrate per imposte, tasse e proventi assimilati. Le seconde case – è risaputo – fanno generalmente la fortuna (e i bilanci) delle Amministrazioni comunali. Ancora di più se, per scelta o per speculazione edilizia, per decenni la programmazione urbanistica ha spinto più sulla realizzazione di immobili per i turisti, piuttosto che sulla ricettività alberghiera.

Succede soprattutto in alta Valcamonica, dove i borghi sono abitati da sparuti residenti (in realtà ancora meno di quelli che risultano sulla carta), ma il numero di abitazioni sono in alcuni casi davvero numerosissime, anche quattro volte di più degli abitanti. Come succede a Ponte di Legno, per citare il caso limite. Da qui la spiegazione del significativo gettito pro capite che entra, ogni anno, nelle casse municipali di Ponte e di Temù, tra i più alti della provincia (i due comuni sono rispettivamente al secondo e al terzo posto della classifica).

Nelle prime posizioni svettano anche al quinto posto Corteno Golgi, per la predominanza di seconde case nella frazione di San Pietro, che il paese camuno condivide con la stazione sciistica di Aprica, e poi i micro borghi di Vione e Incudine (al 12esimo e 15esimo posto) e a seguire Borno e Lozio sull’Altopiano del sole (in 17esima e 18esima posizione).

Ponte di Legno all’anagrafe vede iscritte poco più di 1.700 anime e possiede ben 6.700 abitazioni, per un giro di presenze, nei periodi di maggiore afflusso come Natale e ferragosto, anche oltre 40mila persone. Quasi settemila case, dai monolocali sino alle ville di lusso, che generano un introito per l’Imu «da capogiro»: nelle casse del municipio dalignese entrano ogni anno oltre cinque milioni di euro, per un totale di tremila euro a residente; mentre a Temù sono circa 2,2 milioni per quasi duemila euro ad abitante.

Solo Limone, sul lago di Garda e al confine con il Trentino, si permette di sopravanzare questi numeri. Non si tratta però di «pura ricchezza», visto che, di contro, con i soldi raccolti dalle seconde case vanno in parallelo garantiti servizi per un numero elevatissimo di turisti e di persone che usufruiscono delle attività garantite dalla località. Stiamo parlando, a esempio, di uno sforzo decuplicato per mantenere il verde, il decoro e la pulizia sia del centro abitato sia del vasto territorio montano. Ma anche gli eventi, i servizi di accoglienza e informazione, le manutenzioni, l’arredo urbano e tutto il resto.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato