«Impossibile strappare Massimo a quell'inferno»
In corso Palestro e via Pace non si parla d'altro che dell'incendio divampato martedì mattina al negozio di antiquariato di Massimo Lazzaroni. Incessante il flusso di passanti, residenti e conoscenti di Massimo che si affacciano per chiedere notizie, per saperne di più, per sincerarsi delle sue condizioni. Gravi, gravissime, dicono i medici del Niguarda, dove l’antiquario è ricoverato.
A chi ha assistito alla scena, ieri mattina, non è servito un medico per rendersi conto che le ustioni e l’intossicazione non promettevano nulla di buono. «Non le dico in che condizioni l’hanno trasportato fuori dal negozio», dice il capo Roberto Franceschini, titolare del negozio di antiquariato, oggettistica e arredo di via Pace 29/C.
Quando si sono scatenate le fiamme, Massimo Lazzaroni «era al bar Chinotto, stava bevendo un caffè», ripercorre Franceschini. Immediata la chiamata da parte dei vicini e degli amici che hanno notato del fumo. Massimo è accorso. Istintivamente è entrato in negozio e non ne è più uscito. Qualcuno, in attesa dei soccorsi, ha pure cercato di introdursi nei locali dell’antiquario. Niente da fare. «Impossibile entrare, chi ha tentato ha percorso un metro ed è uscito. Troppo fumo, calore».
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